"Visita ai parenti" incanta Villa Guaita
Lo spettacolo è il primo della serie del “Teatro della Persona”, inventato dal Walter Manfrè.

Sul palco sei attori che hanno interagito con il pubblico
Un omaggio a Manfré, regista e drammaturgo messinese
E' andato in scena, nella splendida quanto suggestiva Villa Guaita a Ponte Lambro, lo spettacolo teatrale "Visita ai parenti", primo della serie del "Teatro della Persona", inventato dal grande Walter Manfrè, regista e drammaturgo messinese, ex direttore artistico del Teatro Vittorio Emanuele, scomparso lo scorso anno. Nato professionalmente come attore si è poi impegnato nella sua lunga attività alla regia dirigendo alcuni tra i più importanti attori italiani come Paola Borboni e Pupella Maggio.
Il racconto di un omicidio raccontato con un'abile strategia narrativa
Sei straordinari attori - Giuliana Antenucci, Maurizio Di Carmine, Tommaso Ieradi, Antonella Nieri, Gianni Pellegrino e Maria Cristina Stumpo - hanno dato vita a una performance ineguagliabile, per bravura e capacità di lasciare lo spettatore in balia delle emozioni.
Negli spettacoli del "Teatro della Persona" non solo vengono rotti gli schemi classici, ma il pubblico viene collocato in modo tale che possa interagire senza mai interferire con la drammaturgia. Lo spettatore è accanto al personaggio, direttamente sulla scena e, grazie alla vicinanza, diventa parte integrante dello spettacolo ricoprendo un "ruolo" all’interno della rappresentazione, senza che tutto ciò, però, possa mutare il corso e l’epilogo della vicenda narrata.
Gli attori hanno magistralmente messo in atto questa strategia narrativa raccontando l'omicidio commesso dai loro personaggi con la naturalezza utilizzata per esporre argomenti assolutamente quotidiani e normali. Non solo, quindi, un semplice show, ma qualcosa di molto più coinvolgente che, grazie alla geniale idea di Manfrè, si è trasformato in un viaggio a cavallo tra la miseria umana, la deriva della ragione e la solitudine.
Storie di humor nero in un'atmosfera coinvolgente
L'annullamento della distanza tra la platea e palcoscenico, assieme alla bravura degli attori, ha costretto lo spettatore ad abbandonare la comodità della logica lasciandosi trasportare in un universo di pure emozioni. Un risultato possibile grazie anche all'abilità dell'autore dei testi, Aldo Nicolaj, di rendere concrete storielle di humor nero che, una volta messe in scena nelle stanze della splendida Villa Guaita, sono state trasformate in sei allucinanti vicende da incubo nei confronti delle equali lo spettatore non ha potuto rimanere estraneo. L'estrema confidenza ed il tono conviviale dei vari personaggi hanno contribuito non poco a creare un'atmosfera in cui per lo spettatore è stato difficile capire dove finiva il teatro e dove cominciava la vita.