La decisione

Moschea: dal Comune l'ok alla realizzazione

Rilasciato il permesso di costruire, obbligatorio dopo la sentenza del Consiglio di Stato

Moschea: dal Comune l'ok alla realizzazione
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Il centro culturale islamico di Cantù ha ricevuto il permesso di costruire, attraverso il quale potrà realizzare all’interno del capannone sito in via Milano, di proprietà del sodalizio, il proprio luogo di culto.

L'annosa questione

Si è chiuso in via definitiva giovedì 5 giugno il braccio di ferro durato 11 anni tra il Comune di Cantù e l’associazione culturale Assalam. Il tema del contendere, come è noto, è stata la realizzazione di un luogo di culto islamico, all’interno del capannone nella zona artigianale della città. Secondo le Amministrazioni comunali che si sono succedute, quegli spazi non potevano essere adibiti a luogo di preghiera, come al contrario hanno sempre sostenuto l’associazione islamica e l’avvocato che l’ha seguita in questo lungo percorso giudiziario, Vincenzo Latorraca. Perché la contrapposizione è più volte transitata nelle aule della giustizia amministrativa, Tar Lombardia e Consiglio di Stato. Sino alla sentenza di quest’ultimo dello scorso 7 maggio, che ha dato definitivamente ragione all’associazione islamica, imponendo al Comune l’adempimento della domanda di permesso di costruire, con il relativo cambio di destinazione d’uso da laboratorio ad attività culturali ricreative e per il tempo libero, «con la possibilità di utilizzo come luogo di culto».

Le parole del sindaco

Il sindaco Alice Galbiati ha specificato: «In adempimento alle ultime pronunce del Consiglio di Stato, il Comune ha rilasciato “Avviso di emanazione del rilascio del provvedimento di permesso di costruire” per cambio di destinazione d’uso da laboratorio ad attività culturali ricreative e per il tempo libero con opere di ristrutturazione edilizia. Ciò posto, preme sottolineare due circostanze: da un lato, che l’efficacia del provvedimento è subordinata all’ottemperanza da parte dell’associazione del versamento degli oneri e all’aggiornamento del progetto del 2014. Dall’altro, che il cambio di destinazione concesso non è a luogo di culto. Coerentemente con il vigente PGT, infatti, la possibilità di utilizzo a luogo culto è subordinata alla verifica di agibilità di pubblica sicurezza. Agibilità che, anche laddove ottenuta, non comporterà la modifica della destinazione d’uso dell’unità, ma solo la possibilità del suo utilizzo a luogo di culto a precise condizioni. Perseguendo come sempre l’interesse della nostra comunità, vigileremo con la massima attenzione affinché tutte le prescrizioni e condizioni siano rigorosamente rispettate».

Le critiche dell'opposizione

Critiche le opposizioni, soprattutto in relazione alle ingenti spese legali sostenute dall’Amministrazione comunali per le cause giudiziarie. «Difficile commentare l’epilogo di una vicenda che non avrebbe dovuto neanche nascere. Oggi mi chiedo: ma ci voleva proprio tutto questo tempo e quasi 200.000 euro di soldi pubblici?», ha commentato il capogruppo del Pd Antonio Pagani.

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