brutale aggressione

L'ex paninaro "Nico" picchiato a sangue in strada: "Avrebbe potuto ammazzarmi"

"E' successo tutto in un attimo: avesse avuto un coltello, con quella furia, mi avrebbe ammazzato"

L'ex paninaro "Nico" picchiato a sangue in strada: "Avrebbe potuto ammazzarmi"
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«Mi ha chiesto di fargli squillare il telefono, poi mi ha seguito e mi ha sferrato pugni con una violenza inaudita. Avrebbe potuto ammazzarmi». E’ la drammatica testimonianza di Nicola Lucia, 56 anni, storico «paninaro del chiosco notturno «Da Nico» di Tavernerio, che poco più di un anno fa ha chiuso definitivamente dopo trent’anni.

"Ha iniziato a colpirmi come un folle"

Tutto è successo nella notte del 2 giugno in via Borgovico a Como, intorno alle 2 di notte. Dopo una serata insieme, Lucia e un’amica avevano scelto di raggiungere la città per uno spuntino notturno.
«Con un’amica ero ad Albavilla: intorno alle 2 di notte avevamo fame e abbiamo scelto di andare a Como, in via Borgovico, per mangiare qualcosa in un fornaio aperto tutta notte - spiega Lucia - Abbiamo raggiunto il locale, parcheggiato proprio di fronte e siamo scesi per fare uno spuntino. All’uscita dal negozio, siamo stati avvicinati da un uomo: non ricordo nemmeno l’aspetto, non ci ho particolarmente fatto caso, ho notato solo che era alto e magro. Mi ha chiesto di fargli squillare il telefono, diceva di averlo perso in macchina. Mi ha lasciato il suo numero e ho fatto come mi aveva chiesto».
Il telefono è stato ritrovato in breve tempo: era nell’auto dell’uomo. «Subito ha iniziato a squillare: ho attaccato, mi ha ringraziato e ci siamo congedati - prosegue - Con la mia amica ho raggiunto la mia auto: il tempo di salire, avviarla, fare una manovra e ripartire che ho sentito aprirsi la portiera. Era lo stesso uomo di poco prima, che ha cominciato a colpirmi ripetutamente con una violenza inaudita, dandomi pugni e picchiandomi».
Una brutale aggressione che si è consumata in una manciata di terribili secondi. «Tutto è successo in un attimo - prosegue - Ho tentato di chiudere l’auto e di partire ma mi è rimasto attaccato per circa cento metri, mentre proseguivo su via Borgovico continuava a picchiarmi. Non ho idea del motivo: so solo che mi colpiva come un pazzo, con grandissima violenza, alla cieca».
Dopo l’aggressione, tumefatto e sanguinante, Lucia ha raggiunto l’ospedale. «Di quei momenti ricordo che la mia amica, di fianco a me, era spaventatissima: mi ha guardato e urlava, ero una maschera di sangue - aggiunge - Così, non so come ho fatto, ho guidato fino all’ospedale più vicino, il Valduce. In un paio d’ore mi hanno dimesso: mi era persino saltato un dente e avevo un labbro tagliato, tanti lividi e mi hanno dato dei punti sopracciliari. Mi hanno dato prognosi di 22 giorni».
Un episodio che ancora oggi «Nico» non riesce a spiegarsi. «Non ho fatto assolutamente niente: sono stato preso alle spalle, se avessimo avuto un diverbio mi sarei potuto difendere, ma sono stato aggredito con una brutalità che avrebbe potuto ammazzarmi - continua - Penso che in questo terribile episodio, in un certo senso, mi sia andata bene: avesse avuto un coltello mi avrebbe ammazzato, con la furia con cui mi colpiva, era completamente pazzo».
Lucia ha deciso di sporgere denuncia nella speranza di risalire all’aggressore. «Mi è rimasto il suo numero, che ho fornito alla Polizia - ancora l’uomo - Mi sono poi rivolto a un avvocato che mi ha aiutato a preparare la denuncia per far partire le indagini su quello che è successo. Non me ne faccio una ragione: trovo terribile che non si possa andare in giro tranquilli, sapendo che ci sia gente di questo tipo e possano succedere queste cose».

"Ho ricevuto tantissimo affetto in questi giorni"

Lucia è conosciutissimo su tutto il territorio per avere portato avanti per oltre trent’anni il chiosco notturno «Da Nico» a Tavernerio, un vero e proprio punto di ritrovo fino a gennaio 2024 che ancora tanti ricordano. E in tanti, in queste ore, hanno mostrato affetto all’uomo a seguito di quanto accaduto. «In queste ore ho ricevuto tantissimi messaggi, tante persone mi sono state vicino - racconta - Non so proprio cosa sia successo, mi piacerebbe venisse preso per capire la motivazione che lo ha spinto ad agire così. Sono sconvolto: in trent’anni di attività notturna ne ho viste davvero tante, ma una cosa così non mi era mai capitata. Mi auguro che questo pazzo venga trovato e spero anche in un risarcimento anche per le grosse spese mediche che dovrò sostenere. Spero si faccia qualcosa: non si può avere paura ad andare in giro».

 

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