Un calice e un porta ostie dedicati a don Carlo Gnocchi
A donarli è stato il gruppo alpini guidato da Walter Brambilla

Un calice e un porta ostie in legno donati dagli Alpini di Cantù per il centenario della prima messa del beato don Carlo Gnocchi.
L'iniziativa
In occasione dell’importante ricorrenza legata al cappellano militare degli alpini durante la Seconda guerra mondiale, che a seguito della tragica esperienza del conflitto si adoperò per alleviare le piaghe di sofferenza e di miseria causate proprio dalla guerra, il gruppo guidato dal capogruppo Walter Brambilla, ha voluto dedicare al beato originario di San Colombano al Lambro il prodotto delle capacità artigianali del nostro territorio. «In ricordo del secolo trascorso dalla prima messa di don Gnocchi, celebrata il 6 giugno del 1925 a Montesiro - ha raccontato il capogruppo degli Alpini di Cantù - un nostro alpino ha realizzato un calice e un porta ostie con legno di bosso».
La creazione artigianale
La splendida creazione artigianale ha, nelle intenzioni del gruppo delle Penne Nere, un obiettivo ben preciso. «Sia il calice, sia il porta ostie è nostra intenzione donarli alla Fondazione Don Gnocchi - ha proseguito il capogruppo Brambilla - Nell’ambito di questa ricorrenza, inoltre, don Maurizio Pessina, prevosto di Cantù, ha celebrato nel pomeriggio di sabato scorso, 31 maggio, alle 17, un momento di raccoglimento presso il monumento dedicato a don Gnocchi in via Colombo, per poi proseguire la celebrazione alle 18 con la Santa Messa nella chiesa di San Michele». In questa occasione le due opere in legno sono state portate durante l'offertorio per la benedizione e l'utilizzo durante la Santa Messa. «All’evento sono stati coinvolti i gruppi vicini e tutta la sezione di Como. In questo incontro alpino, sono stati inoltre ricordate le nostre Penne Nere andate avanti. Al nostro incontro, oltre alle autorità civili e militari presenti, ha partecipato anche il nostro alpino più longevo, Luigi Orombelli, classe 1930, che ha conosciuto personalmente il beato don Carlo e che ha raccontato la sua esperienza di vita al suo fianco».