Il confronto

Domanda di lavoro a Como: 620 in meno rispetto a settembre 2024

I dati di Uil Lario: una diminuzione dell’offerta.

Domanda di lavoro a Como: 620 in meno rispetto a settembre 2024

Secondo le rilevazioni del sistema informativo Excelsior realizzato Unioncamere in accordo con Anpal, a settembre trend di decrescita sulla domanda di lavoro in provincia di Como e Lombardia.

Domanda di lavoro, territorio arido

A comunicare i dati è Uil Lario: le proiezioni occupazionali da parte delle aziende nel territorio lariano a settembre 2024 evidenziano una diminuzione dell’offerta di lavoro delle imprese in Provincia di Como e Lecco rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso:

  •  Lombardia 112760 in valore assoluto, rispetto al 2024 -14.090: di cui -750 Industria -13.320 Servizi.
  •  Como 5260 in valore assoluto, rispetto al 2024 – 620: di cui -80 Industria e -530 Servizi.
  •  Lecco 2850 in valore assoluto, rispetto al 2024 -300 : di cui +20 Industria e -310 Servizi.

Le prospettive occupazionali a settembre 2025 confermano un trend di decrescita registrato in tutta la regione Lombardia con una differenziazione su Lecco per il dato positivo relativo all’ industria.

Il contratto a termine (determinato o altri contratti con durata predefinita) è quello maggiormente prediletto dalle aziende: in aumento a Lecco ( 76% previsto rispetto al 75% di settembre 2025) in leggera diminuzione a Como (73% previsto rispetto al 75% dell’anno precedente):

  •  In Lombardia, sono previste assunzioni al 22% con contratti a tempo indeterminato, al 5% di apprendistato;
  •  A Como, sono previste assunzioni al 22% con contratti a tempo indeterminato, al 5% di apprendistato;
  • A Lecco, sono previste assunzioni al 19% con contratti a tempo indeterminato, al 5% di apprendistato.

I settori dove si manifestano maggiori assunzioni a tempo indeterminato sono: a Como l’industria manufatturiera con il 50%, seguita dalle costruzioni (36%), a Lecco i medesimi comparti ma con il 42% nell’industria manifatturiera e il 31% nelle costruzioni, viceversa i settori con una minor previsione di utilizzo di forme di contratto stabili è in entrambe le province quello del settore primario ( 11% Como, 6% Lecco) e il turismo ( 13% Como, 9% Lecco).

Figure professionali

Le figure professionali più ricercate in valore assoluto nel mese di settembre in provincia di Como sono gli esercenti e addetti nelle attività di ristorazione (830 unità) mentre, in provincia di Lecco, spicca il macrodato degli operai specializzati e conduttori di impianti e macchine (970 unità).

La professione in cui incide maggiormente l’età è quella degli addetti all’accoglienza sia a Como (su 140 entrate previste, a settembre nel 65,4% dei casi vengono preferiti gli Under 29) che a Lecco (su 90 entrate nell’80% dei casi vengono preferiti gli Under 29).

Tendenze settoriali

Tendenze settoriali:

  • A Como 1.310 nuove attivazioni nell’Industria di cui 910 in quella manifatturiera e 400 nelle costruzioni, 3890 attivazioni nei Servizi di cui 570 nel Commercio, 1160 nei servizi alle persone, 1.130 nei servizi alle imprese, 1030 nel turismo.
  • A Lecco 1.170 nuove attivazioni nell’Industria di cui 940 in quella manifatturiera e 230 nelle costruzioni, 1.660 nuovi ingressi nei Servizi di cui 260 nel Commercio, 490 nel turismo, 360 nei servizi per le imprese, 560 nei servizi alle persone.

Classe dimensionale:

  • A Como 3.040 assunzioni nelle imprese fino a 49 dipendenti, 1.080 nelle imprese che vanno da 50 a 249 dipendenti, 1140 assunzioni in quelle oltre i 250 dipendenti.
  • A Lecco 1.590 assunzioni nelle imprese fino a 49 dipendenti, 830 in quelle che vanno da 50 a 249 dipendenti, 420 nelle imprese oltre i 250 dipendenti.

Lavoratori previsti in entrata per gruppo professionale secondo il livello di istruzione:

  • A Como, nel mese di settembre, l’istruzione tecnologica superiore (ITS Academy) sarà maggiormente incidente in queste

professioni:

• Operai specializzati nelle installazioni e manutenzioni di attrezzature elettriche (20,7% di incidenza su 60 ingressi)

• Specialisti delle scienze commerciali e bancarie (20% di incidenza su 30 ingressi)

L’istruzione universitaria incidente in queste professioni:

  • Docenti di scuola primaria, secondaria, postsecondaria ( 100% di incidenza su 220 ingressi)
  • Tecnici della salute ( 95,8% di incidenza su 170 ingressi)

L’istruzione secondaria incidente in queste professioni:

  • Professioni qualificate nei servizi personali ( 87,9% di incidenza su 70 assunzioni)
  • Tecnici della gestione dei processi produttivi ( 64,2% di incidenza su 50 assunzioni)

Il diploma professionale  incidente in queste professioni:

  • Operatori della cura estetica (100% incidenza su 90 ingressi)
  • Professioni qualificate nei servizi di sicurezza e vigilanza (97,8% di incidenza su 140 ingressi)

La scuola dell’obbligo incidente in queste professioni:

  • Personale non qualificato nei servizi di pulizia ( 77,7% di incidenza su 390 ingressi)
  • Operai addetti a macchine confezionatrici di prodotti industriali (71,3% di incidenza su 80 ingressi).

Uil Lario, domanda di lavoro “un campanello d’allarme”

Così si legge nel comunicato firmato da Dario Esposito, coordinatore Uil Lario: “I dati Excelsior confermano un campanello d’allarme che come UIL Lario sentiamo da tempo: il territorio lariano sta vivendo un rallentamento significativo della domanda di lavoro, con un ricorso massiccio e ormai strutturale a forme contrattuali non stabili. La leggera tenuta dell’industria a Lecco non basta a nascondere un quadro complessivamente fragile. La vera questione, però, non è solo nella contrazione delle assunzioni: è nel fatto che quasi un lavoratore su due non sarà reperibile dalle imprese. Questo significa che, anche laddove il lavoro c’è, mancano le competenze giuste, a dimostrazione di un mismatch sempre più grave tra sistema formativo, tessuto produttivo e bisogni delle persone. Come sindacato non possiamo limitarci alla fotografia del presente: dobbiamo guardare avanti. Le tensioni internazionali, i costi energetici, i dazi sono fattori reali che pesano, ma il Lario sconta anche fragilità strutturali che si trascinano da anni: una conformazione geografica che penalizza la mobilità e un mercato svizzero che continua ad attrarre forza lavoro qualificata. Di fronte a tutto questo, serve una scelta di campo concreta: occorre costruire un patto sociale lariano che coinvolga istituzioni, associazioni datoriali e sigle sindacali, mettendo al centro investimenti, infrastrutture adeguate e buon lavoro. È fondamentale anche l’attenzione della Regione Lombardia alle specificità di quest’area, che rischia di essere risucchiata dal mercato del lavoro elvetico. Serve un nuovo modo di vedere il futuro del tessuto produttivo, basato sul dialogo sociale, sulla collaborazione tra soggetti economici e istituzionali e sulla capacità di fare rete. Come UIL Lario crediamo che il futuro si costruisca con coraggio: formazione mirata, infrastrutture moderne, politiche industriali verdi e inclusive, sostegno vero alle imprese che scelgono stabilità e qualità del lavoro. Solo così si può dare risposta ai giovani che cercano prospettive, alle famiglie che chiedono sicurezza, e a un territorio che non vuole rassegnarsi al declino. Il Lario ha bisogno di visione, di unità e di responsabilità collettiva. È tempo che istituzioni, parti sociali e mondo economico abbandonino i particolarismi e costruiscano insieme un progetto di futuro: più lavoro stabile, più competenze, più sviluppo sostenibile”.