Non solo Erasmus, università o progetti di lavoro: l’estero viene scelto anche dai giovanissimi per sperimentare le differenze con l’Italia e ampliare i propri orizzonti. Ne è un esempio Carola Zanchetta, 17 anni, studentessa al quinto anno di liceo linguistico Enrico Fermi, e ritornata a luglio da un semestre in una scuola superiore di Colonia. «Sono partita perché sentivo il bisogno di fare un’esperienza fuori dall’Italia, cambiare un po’ aria e concentrarmi su me stessa, ma volevo anche conoscere una cultura diversa», ha spiegato la cucciaghese. A differenza di altri coetanei che in questi contesti optano, in genere, per paesi anglofoni o dal clima mediterraneo, Zanchetta ha scelto la strada più difficile: «Al liceo studiavo inglese, tedesco e spagnolo. Ho scelto la Germania come meta dell’esperienza perché volevo perfezionarmi in questa lingua tanto complessa da imparare. Inoltre, con un occhio al futuro, ho pensato che parlare bene il tedesco avrebbe potuto costituire un valore aggiunto in ambito lavorativo».
L’adattamento alla lingua
La liceale sapeva che la sfida sarebbe stata ancora più impegnativa per aver scelto di alloggiare a casa di una famiglia locale: «È una cosa che aiuta molto nell’apprendere la lingua, le abitudini e le tradizioni del paese ospitante, se avessi vissuto in uno studentato non sarebbe stato altrettanto efficace – ha riconosciuto – All’inizio ho avuto un po’ di schock culturale perché, nonostante studiassi il tedesco da tempo, quando sono arrivata mi sono accorta che studiare la lingua ed esserci immersa in tutto e per tutto, sono due cose diverse. Mi ricordo che uno dei primi giorni la mia famiglia ospitante mi chiese se avessi intenzione di fare la patente, essendo prossima ai 18 anni, ma lì per lì non capii nulla e risposì di no, anche se non era vero».Lo spirito di adattamento alla fine ha avuto la meglio, e in breve tempo Zanchetta è riuscita a ritagliarsi il suo spazio nel contesto familiare, imparando a sbrigare alcune faccende da sola e preparando specialità italiane per la famiglia ospitante: «Devono senz’altro aver trovato vero lo stereotipo per cui a noi italiani piace cucinare e mangiare – ha scherzato – Perchè almeno una volta alla settimana o due volte al mese cucinavo per loro la pizza, il tiramisù, i biscotti, o le lasagne».
Le differenze
Allo stesso tempo la giovane liceale ha saputo accogliere con curiosità le differenze rispetto alle abitudini di Cucciago. Il confronto con l’Italia saltava all’occhio anche a lezione: «Nel nostro sistema scolastico c’è molta pressione, la scuola è impegnativa ma ti prepara bene al futuro ed in particolare a saper tenere un discorso; in Germania invece ho trovato una struttura interattiva che si concentra di più sulle persone».
Tra gli aspetti dell’istruzione tedesca che l’hanno colpita di più: l’estetica, l’innovazione e la libertà concessa agli studenti. «Le scuole sono simili a quelle statunitensi perché ci sono gli armadietti e non esiste la divisione per classi ma per materie. Inoltre, i libri vengono forniti dalla scuola ma tutti devono avere un tablet che viene usato per scattare foto ai libri e poterci scrivere sopra – ha approfondito – Ma la cosa più simpatica che ho trovato in Germania è che concedono molta indipendenza agli studenti, probabilmente con l’obiettivo di renderli autonomi nell’ottica dell’università. Per esempio, a Colonia non avevo un orario fisso come in Italia: potevo entrare alle 8 e uscire alle 15, o entrare più tardi, oppure ancora avere in mezzo delle ore di pausa in cui ero libera di andare in palestra».
Un’esperienza a tutto tondo
Con ritmi più rilassati e meno performanti, Zanchetta ha avuto modo di vivere l’esperienza tedesca a tutto tondo, approfondendo anche le amicizie nate tra i banchi di scuola: «Ho fin da subito sentito la necessità di condividere questo periodo all’estero con degli amici e mi sono impegnata per trovarli. All’inizio non è stato facile perché non conoscevo nessuno, ma ho sfruttato l’occasione della classe di italiano – ha raccontato – Mi sono offerta di aiutare le ragazze negli esercizi, questa cosa mi ha fatto legare a loro e col tempo hanno iniziato ad invitarmi alle loro uscite. Con loro è nata un’amicizia tanto stretta che verranno a trovarmi per il mio 18esimo il 27 novembre. Secondo me la chiave è stata mettersi in gioco». Grazie al carattere socievole ed intraprendente la cucciaghese ha potuto conoscere da vicino costumi e aspetti sociali diversi rispetto alle tradizioni italiane, sviluppando così anche una maggiore tolleranza culturale: «Mi sono ritrovata a fare mie delle abitudini del paese che mi ospitava ed ho imparato a capire punti di vista opposti al mio, infatti mi sento molto maturata sotto l’aspetto dell’apertura mentale», ha riconosciuto.
“I trasporti? Il treno puntuale due volte…”
Osservando i comportamenti tedeschi da vicino inoltre, Zanchetta ha potuto verificare se i principali luoghi comuni sul paese della birra, dell’ingegneria e della precisione, fossero veri. La risposta è mista: «Quando sono arrivata a Colonia vedevo ancora una versione stereotipata della Germania e invece il carnevale mi ha fatto ricredere; mi sono ritrovata immersa in una città piena di colore, costumi, musica – ha raccontato – Invece, per quanto riguarda la puntualità, ho trovato che è completamente il contrario: pensavo di trovare una situazione di gran lunga migliore rispetto a quella italiana, e invece non è stato così: il treno sarà stato puntuale due sole volte».
Il distacco
Allo stesso tempo però, il distacco dall’Italia le è stato utile per riscoprire e apprezzare lo stile di vita tipico nostrano: «Nel nord Europa, per esempio, non si passa molto tempo con la famiglia in cene e pranzi, e stare lontana mi ha fatto rivalutare questi momenti con i miei genitori. Un’altra cosa su cui ho riflettuto è stata la loro precocità nel diventare autonomi – ha continuato la liceale – In Germania è usanza che, appena compiuti i 18 anni, i genitori aiutino economicamente i figli in modo che possano andare a vivere da soli. Da questo si sviluppa poi un meccanismo per cui fanno carriera già da ragazzi e creano una famiglia molto presto rispetto a quanto succede in Italia. La cosa mi ha stupita perché nel mio gruppo di amiche quasi tutte volevano diventare mamme giovani».
Il futuro
Al momento le prospettive di Zanchetta per il futuro non vanno in questa direzione: «Magari piacerebbe anche a me potermi gestire interamente da sola appena maggiorenne, oppure no, per adesso cerco di fare le cose con calma – ha detto, riconoscendo al più un’altra possibilità per rendersi indipendente – Vorrei studiare Relazioni internazionali all’estero, in Olanda. Se ci riuscissi sarei orgogliosa di intraprendere un percorso di crescita di questo tipo». Adesso la priorità è affrontare l’ultimo anno e concludere la maturità: «Ho un po’ di timore verso il futuro, ma sono felice di essere tornata, ho ancora tante cose da fare».
Ylenia De Riccardis