Il progetto

La montagna come terapia per le ragazze della comunità

L’iniziativa che coinvolge alcune ospiti de La Costa realizzata con Alpiteam

La montagna come terapia per le ragazze della comunità

La montagna come terapia: è l’iniziativa che coinvolge alcune delle ospiti della Comunità La Costa di Fino Mornasco, che si occupa di donne dipendenti da sostanze e anche mamme con bambini.

La montagnaterapia

Spiega Simona Fumagalli, responsabile della sede:

«Quello della montagna terapia è un progetto che Arca (cooperativa sociale di Como che gestisce la struttura, ndr) porta avanti da circa una trentina di anni, sia per gli uomini che per le donne ospitati nei loro centri».

I motivi per i quali si pratica la montagnaterapia sono diversi. Prosegue Fumagalli:

«Don Aldo Fortunato (fondatore di Arca, ndr) era un grande appassionato di montagna e riteneva che facesse bene ai ragazzi sia nello sviluppo dei rapporti di gruppo sia come aiuto nelle terapie. Inoltre dà la possibilità di offrire stimoli diversi, impiegare il tempo e offre la possibilità di far nascere una passione che possa essere coltivata anche una volta usciti dalla comunità».

Il progetto della comunità

Così anche quest’anno il progetto ha coinvolto 8 ragazze della comunità finese con tre uscite, l’ultima prevista il prossimo lunedì:

«Attraverso le uscite le ragazze imparano una serie di competenze, come l’andare allo stesso passo, il prepararsi prima per le escursioni e il concentrarsi sulla vetta. Lavorano anche sulla tenacia e sulla capacità di rispettare le regole del gruppo. E’ un collage di tanti pezzi che aiuta le ragazze ad arrivare in cima e fa anche capire loro che il percorso terapeutico è come una salita in montagna. Una salita da fare passo dopo passo, guardando bene dove si mettono i piedi».

La collaborazione con Alpiteam

Ad accompagnare le ragazze nelle uscite sono un istruttore e le accompagnatrici di Alpiteam, scuola di alpinismo lombarda, che fa montagna terapia da 40 anni. Ogni uscita organizzata per le ragazze della comunità viene preceduta da un incontro nel quale si parla dell’uscita precedente e si prepara la nuova escursione. Conclude Fumagalli:

«Eccetto l’istruttore, le accompagnatrici sono donne ed è un segnale importante per far passare il messaggio che la montagna non è un’attività maschile, come spesso si pensa erroneamente, ma può appartenere anche all’universo femminile».

Ed è anche per questo che per il 2026 Alpiteam vorrebbe riuscire a inserire, all’interno delle escursioni, anche la possibilità di incontrare alcune figure femminili che lavorano in montagna come, ad esempio, gestrici di malga o guardie forestali.