In Italia i minori rappresentano la fascia di popolazione più colpita dalla povertà. Nel Nord del Paese, il 13% dei bambini tra 0 e 6 anni vive in condizioni di povertà assoluta, un dato che nel territorio di riferimento di Fondazione Cariplo si traduce in circa 16mila bambini che faticano a ricevere un’adeguata alimentazione quotidiana.
A questa emergenza risponde “Anita – L’infanzia prima”, il nuovo programma strategico presentato il 20 novembre a Milano in occasione della Giornata Mondiale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
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Un’emergenza nel cuore del crollo demografico
A presentare il progetto è stata Valeria Negrini, vicepresidente di Fondazione Cariplo; insieme a lei, sul palco dell’Auditorium si sono alternate Susanna Mantovani, garante dei diritti per l’infanzia e l’adolescenza di Milano; Paola Mercogliano, ricercatrice senior della Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici; Maria Xanthoudaki, direttrice education del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci e Laura Anzideo, Coordinatrice della sfida Anita – L’infanzia prima.
L’iniziativa mobilita 20 milioni di euro con l’obiettivo di intercettare e sostenere almeno un bambino su tre in situazione di povertà assoluta nel territorio lombardo entro il 2028. Come ha dichiarato Valeria Negrini, vicepresidente di Fondazione Cariplo:
“non si tratta solo di numeri o di risorse, ma di una visione che mette al centro il diritto di ogni bambino a essere protagonista del proprio presente e, quindi, del proprio futuro. Mai prima d’ora abbiamo visto una mobilitazione così ampia di energie, competenze e alleanze: Anita è il segno di una comunità che si vuole fare carico del benessere dei più piccoli e in particolare dei più fragili tra loro, consapevole che dove stanno bene i bambini, c’è qualità di vita per tutti”.
Il contesto in cui si inserisce il programma è quello di un Paese che affronta un inverno demografico senza precedenti, con un tasso di fecondità al minimo storico di 1,18 figli per donna. I bambini sono sempre meno e sempre più poveri, spesso invisibili e difficili da intercettare. Come sottolineato da Caritas, la povertà è un fenomeno multidimensionale accompagnato da solitudine e isolamento, che richiede alleanze straordinarie tra istituzioni e terzo settore attraverso azioni sistemiche e interventi di prossimità.

Gli interventi previsti dal programma
Il programma adotta un approccio integrato che interviene su più fronti. Tra le azioni concrete previste, la creazione di uno strumento digitale per orientare e supportare i neogenitori fin dal percorso nascita, e la costituzione di un hub di competenze in collaborazione con Comuni e terzo settore per sostenere i servizi educativi 0-6 anni, con particolare attenzione alle aree interne minacciate da denatalità e spopolamento.
Particolare attenzione viene riservata agli spazi fisici: un bando specifico finanzierà l’innovazione delle strutture educative per renderle più accoglienti anche nei mesi estivi e trasformare le aree gioco in luoghi di sperimentazione. Sul fronte culturale, musei, biblioteche e teatri riceveranno supporto per potenziare l’offerta dedicata all’infanzia e garantire l’accesso ai bambini più fragili.
Tra le iniziative più innovative figurano le “Baby Bank”, spazi di riuso di beni essenziali per la prima infanzia dove donazione e contrasto alla povertà materiale si combinano. Nel 2026 saranno inoltre rafforzate le reti territoriali di contrasto alla povertà, a partire dall’esperienza del Tavolo Millegiorni del Programma QuBì a Milano. Il programma prevede anche investimenti sulla ricerca scientifica sull’infanzia e una campagna di comunicazione per sensibilizzare l’opinione pubblica.

Le alleanze per un intervento sistemico
La forza del progetto risiede nelle partnership già attivate. Primo alleato è ANCI Lombardia, con cui si promuoverà un dialogo strutturato con i comuni del territorio. Come ha affermato Mauro Guerra, presidente di ANCI Lombardia, l’associazione intende:
“partecipare anche a questa sfida con un contributo tecnico e operativo, non solo di rappresentanza”.
Un Comitato Consultivo supporterà Fondazione Cariplo nell’analisi del fenomeno e delle specificità territoriali. Tra i membri figura Valerio Berruti, artista che ha fatto dell’infanzia il fulcro della sua ricerca e primo Ambassador del programma. A gennaio partirà il bando “Anita Chiama” con due linee di intervento: Anita Chiama Ricerca, rivolta alla comunità scientifica per produrre studi basati su evidenze, e Anita Chiama Innovazione, dedicata agli enti del terzo settore per presentare proposte innovative.
Un nome che guarda al passato per costruire il futuro
La scelta del nome “Anita” non è casuale, ma richiama una tradizione storica della Fondazione. Nel 1882 la Commissione Centrale di Beneficenza istituì il Fondo Garibaldi per la realizzazione di servizi educativi, attivo fino al 1958. Il richiamo ad Anita Garibaldi, simbolo di determinazione e impegno, permette di valorizzare il patrimonio della Fondazione proiettandolo verso il futuro. Una storia che attraversa oltre un secolo e che oggi si rinnova per rimettere l’infanzia al centro, riconoscendone il valore cruciale per lo sviluppo delle comunità.