Il Tricolore l’avevano collocato per la prima volta due anni fa sul monte Palanzone. Poi dei vandali l’avevano gravemente danneggiato, arrivando persino a bruciarlo. Così lo scorso fine settimana hanno deciso di salire in cima alla montagna comasca e collocarlo nuovamente.
I protagonisti
Protagonisti di questa iniziativa sono stati tre di Cantù: Giuseppe Chitarra – per tutti Pinaz – Sergio Carrettin e Massimo Conte. Nei giorni scorsi hanno raggiunto la vetta in poco più di un’ora e mezza di cammino. «Sulla cima del monte Palanzone anni fa è stato costruito un obelisco dedicato agli Alpini – ha raccontato Sergio Carrettin – Nello stesso luogo è stata collocata anche una piccola campana e tradizionalmente sopra questa sventolava una bandiera con i colori dell’Italia. La vista delle montagna del Triangolo Lariano in quel punto è davvero fantastica». Qualche anno fa, però, il Tricolore è sparito, per il dispiacere dei tanti escursionisti che in qualsiasi periodo dell’anno sono soliti raggiungere la vetta del Palanzone. «Di conseguenza – ha proseguito Carrettin – Il nostro gruppo un paio d’anni fa ha pensato di ricollocare la bandiera italiana nel punto dove era sempre stata. E’ successo però che la stessa è stata danneggiata e vandalizzata. Un signore ci ha anche detto che è stata bruciata».
Il Tricolore torna al suo posto
Da qui l’idea di riportarne una nuova sulla cima comasca. «Siamo partiti domenica scorsa dalla Salute. Il sentiero dall’Alpe del Viceré si svolge prevalentemente su mulattiera, tranne l’ultimo tratto in cui bisogna salire – con una pendenza non indifferente e, di conseguenza, con uno sforzo fisico importante – la ripida cresta erbosa. Quando siamo arrivati sulla vetta, noi tre abbiamo collocato nuovamente il Tricolore sopra il manufatto nel quale c’è la campana. Ci tenevamo molto perché la bandiera contribuisce a creare un’atmosfera magica, che si può respirare guardando il lago di Como e le montagne circostanti».