Maurizio Martina, il ministro dell'acqua naturale

L'amico: “Martina è nato in una famiglia di operai, grandi lavoratori e dai genitori ha imparato l’impegno e lo studio”.

Maurizio Martina, il ministro dell'acqua naturale
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Pizza margherita e acqua minerale. Più che un menu, un ritratto. E’ quello che gli amici di Mornico fanno di Maurizio Martina, l’uomo del momento in casa Pd. Che all’indomani di una tornata elettorale devastante per il partito di Matteo Renzi, ora si trova a condividere con Mattarella, Di Maio e Salvini la patata più bollente d’Italia: quella del Governo.

Dietro la maschera, un abile tessitore

Ma chi è, dietro la maschera, Maurizio Martina? Il ministro uscente all’Agricoltura, nonché segretario ad interim del principale partito di centrosinistra italiano (o di quel che ne è rimasto, per essere precisi) è tanto a suo agio nei Palazzi romani quanto in quelli della Bassa, dove è nato e dove mantiene salde radici e amicizie. Mornicese ora  residente a Ghisalba, classe 1978, è stato per anni un personaggio di riferimento del centrosinistra della Calciana, dove fin da giovanissimo si avvicina alla politica. Faceva il pony pizza per studiarsi gli studi, ricorda chi l’ha conosciuto negli anni delle superiori all’Istituto Agrario. E fin da allora mostra il suo lato preferito. Quello di un mediatore irriducibile. E di un sottile tessitore. Democristiano nell’anima, dice qualcuno con un pizzico di malizia. Ma l’intelligenza politica, affinata in decenni di opposizione in una terra – la Bassa – che di certo non si può definire rossa, c’era fin dall’inizio.

Enrico Badoni, di ViviAmo Mornico

L’amico Badoni di Mornico

Tra i più vicini all’ex ministro c’era Enrico Badoni, che ha tracciato di Martina un inedito ritratto umano e quotidiano. Che restituisce bene, episodio dopo episodio, il profilo di uno degli uomini che avranno probabilmente un peso determinante nella definizione di questa legislatura. Dagli esordi giovanili in una stanzina buia e umida, fino a quel concerto del 25 aprile in piazza con le bandiere rosse. Anni nemmeno troppo lontani, per il 40enne di Mornico. Che se oggi ha trasferito la residenza nella vicina Ghisalba, tiene ancora stretta la tessera della sezione Pd mornicese.

A cena? Solo margherita e acqua naturale

Chi non beve a tavola ha qualcosa da nascodere, recita un antico adagio. Chissà se è questo il motivo per cui il ministro mornicese difficilmente si concede una birra, quando esce con gli amici. “Martina è conosciuto per essere molto parsimonioso a tavola, ed è famoso per ordinare alle cene sempre la stessa cosa: pizza margherita e acqua minerale non gasata” racconta il consigliere di Mornico.  “Come dimenticare poi  le nostre riunioni di circolo della domenica mattina… dove ogni tanto si mangiava pane e salame, in quella stanzetta buia, umida e angusta di un palazzo dell’Ottocento di via Roma. Un palazzo ai limiti dell’abitabilità… Non avevamo i fondi per sistemarlo. Quando è diventato segretario della sinistra giovanile siamo riusciti ad acquistare una nuova sede che è stata inaugurata dall’allora segretario nazionale dei Ds, Piero Fassino”.

Da una famiglia di operai al Ministero

“Martina è nato in una famiglia di operai, grandi lavoratori e dai genitori ha imparato l’impegno e lo studio” prosegue Badoni. “Siamo sempre stati in ottimi rapporti con il mondo cattolico da quale proveniamo e del volontariato. La nostra sezione non ha mai avuto rapporti con gli estremisti”. Il suo esordio nel mondo politico avviene molto presto, a 17 anni, quando entra nella sinistra giovanile, costola del Pds: “Fin da subito ha dato prova di essere un leader” continua Badoni “tanto che ne diventerà segretario provinciale. Nel 1999 viene eletto consigliere comunale, a 21 anni, con la giunta Breno, in una lista civica alla quale partecipava anche il centro sinistra. Quella volta Martina aveva preso 80 preferenze, che a Mornico non sono poche…”

Gli anni delle More verdi e delle bandiere rosse in piazza

Badoni non tralascia di raccontare altri espisodi curiosi. “A 17 anni Martina aveva partecipato alla carovana antimafia, che a fine degli anni Novanta coinvolgeva diverse scuole del nord in seguito alle stragi di mafia” racconta. “A Mornico faceva parte dell’associazione “Le more verdi” frequentata da tanti giovani che si interessavano di cultura e sociale. All’epoca organizzammo come Pds un concerto in piazza Sant’Andrea per il 25 aprile con tanto di bandiere rosse: ci voleva un bel fegato, per essere a Mornico, che in quegli anni era terra del centro destra…”.

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