Molteni a Merate: "Legittima difesa: no al far west, ma stiamo dalla parte delle vittime" FOTO e VIDEO
No al rito abbreviato per chi commette reati violenti. "Provate a spiegarlo alla mamma di una ragazza uccisa dal fidanzato perchè l'assassino ha uno sconto di pena".
“In questi anni ho avuto la possibilità di conoscere le vittime di tanti reati orrendi. Va tanto di moda parlare dei detenuti e dei loro diritti. E’ ora di pensare a chi ha subito un danno e spesso, invece si trova a dover persino affrontare un processo”. La riforma della legittima difesa è senza dubbio una delle priorità del sottosegretario all’Interno Nicola Molteni che oggi è stato ospite a Merate del Gruppo Editoriale Netweek. Il leghista canturino, numero due di Salvini in uno dei dicasteri più delicati è assolutamente convinto del fatto che il compito di garantire la sicurezza dei cittadini sia appannaggio delle forze dell’ordine. Allo stesso tempo però “In determinati luoghi e in determinati contesti credo che il cittadino abbia il diritto di potersi difendere”.
Legittima difesa: “Da padre io devo difendere la mia bimba di due anni”
“Ho una bimba di due anni e ho il dovere come cittadino e come padre di difenderla in casa mia. Perchè la casa è l’estensione naturale del corpo umano” ha specificato il sottosegretario.”Una modifica dell’articolo 52 del codice penale non significa creare il far west, perchè purtroppo nel far west ci viviamo già. La nostra legge non parla minimamente di uso delle armi”.
Nessun giustiziere della notte
“Le persone che finiscono a processo per eccesso di legittima difesa sono spesso 60/70enni” ha proseguito Molteni. “Pensiamo al caso di Mario Cattaneo. Non siamo di fronte a Rambo e a giustizieri della notte. Sono tutte persone per bene che si sono dovute difendere”.
No a sconti di pena per chi commette reati violenti
Un altro assoluto convincimento del sottosegretario riguarda la certezza della pena. “Esiste la possibilità in Italia di avvalesi di un rito alternativo, quello abbreviato, che in caso di condanna garantisce al reo lo sconto di un terzo della pena. Provate a spiegare alla mamma di una ragazza uccisa dal fidanzato che l’assassino merita uno sconto. Io dico no a questa facoltà per chi commette reati violenti”.