Suicidio assistito, sì o no? I risultati del sondaggio sono sorprendenti
Una ricerca per capire in che modo la scelta delle parole influenzi l'opinione pubblica su temi delicati.
Suicidio assistito: incredibile come cambia l’opinione delle persone su un tema tanto delicato a seconda delle parole scelte nella domanda.
Suicidio assistito: le parole contano
Le parole sono armi: possono orientare il dibattito pubblico attorno a molte questioni sociali, etiche, politiche e religiose. Nel 2013, un sondaggio dell’agenzia Gallup ha misurato gli effetti dell’uso di parole diverse sull’opinione dei cittadini americani, chiamati a riflettere sul tema del fine-vita. Alla domanda Sei favorevole a fornire assistenza al suicidio di un paziente?, il 4% dei cittadini era incerto, il 45% contrario, mentre il 51% favorevole. Invece, alla domanda. Sei favorevole a concludere la vita di un paziente con mezzi non dolorosi?, il 3% dei cittadini è rimasto incerto, ma solo 27% contrario, mentre ben 70% favorevole. Davanti alla stessa domanda, posta con parole diverse, le risposte dei cittadini cambiano.
Università di Pavia
Alcuni giovani linguisti del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Pavia, convinti che le parole facciano la differenza, hanno dato vita al progetto Words Matter. Words Matter mette gli strumenti teorici della linguistica al servizio del cittadino con un triplice scopo: fare ordine tra le parole usate dai media per parlare di temi delicati (come il fine vita, l’immigrazione, la guerra e la violenza sulle donne); ricostruire gli scenari che le parole evocano e come questi scenari possono influenzare la nostra interpretazione dei fatti e le nostre azioni; diventare consapevoli che quello che ci viene comunicato è molto più di quanto ci viene detto.
Raccolta fondi
Il progetto è sulla piattaforma di crowdfunding dell’Università di Pavia Universitiamo, l’obiettivo è raccogliere 5.000 euro per finanziare una borsa di studio per un(a) giovane linguista che si occupi a tempo pieno di Words Matter.