Don Alessandro scrive ai parrocchiani

"Vorrei essere come un girasole".

Don Alessandro scrive ai parrocchiani
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"Un cammino lungo sette anni, il Signore mi ha chiesto di lasciar perdere tutte le mie idee di prete e di Chiesa per “mettermi dietro di Lui” (cf. Mc 8,33) e imparare da Lui la mitezza del cuore per essere prete secondo il suo cuore. E in questi sette anni ho imparato, tra le tantissime cose, almeno due che voglio senz’altro condividere con voi,
carissimi fratelli, sorelle e amici".

Don Alessandro scrive ai parrocchiani

Don Alessandro Bernasconi è stato ordinato prete da Delpini. Ora si occupa della pastorale giovanile ed è responsabile degli oratori marianesi. Pubblichiamo una lettera aperta che ha voluto indirizzare ai suoi parrocchiani dalle pagine della Voce, il bollettino di informazione della Comunità pastorale San Francesco di Mariano Comense.

"La Parola di Dio può davvero penetrare il nostro cuore, convertire la nostra vita, può trasformare il nostro modo di vivere la quotidianità. La Sua Parola, non la nostra, è quella che noi dobbiamo annunciare e sulla quale possiamo bcostruire la nostra esistenza, qualunque sia la vocazione a cui siamo stati chiamati; il canto, la musica e la liturgia sono il linguaggio con cui innalzare la preghiera e la lode, la supplica e il lamento. Nella liturgia possiamo esprimere la fede della nostra comunità e farlo attraverso molteplici linguaggi di cui il canto e la musica sono sicuramente strumenti privilegiati. Così ciascuno di noi, a partire da me stesso, può “dare testimonianza alla Luce”, cioè può essere riflesso di quella Parola che illumina la propria esistenza e questa testimonianza la può rendere attraverso, ma non solo, il canto e la musica".

"Vorrei essere come un girasole"

"Ecco perché ho scelto questo versetto del prologo di Giovanni come leitmotiv del mio ministero presbiterale a servizio della nostra comunità di Mariano. Vorrei essere, ogni giorno, nella gioia e nella prova, riflesso di quella Luce che ha illuminato tutta la mia vita e l’ha rinnovata. Vorrei essere come un “girasole”: a volte pensiamo che sia un fiore presuntuoso perché si innalza sopra gli altri, perché magari sembra che guarda gli altri fiori dall’alto al basso, ma in realtà lui è talmente attratto dalla Luce che non può non stare costantemente rivolto verso essa e aiutare gli altri a volgersi verso di essa per trarne la vita".

"Grazie a ciascuno di voi"

"E come prima cosa, all’inizio del mio ministero presbiterale in mezzo a voi, vorrei dirvi, anche se potrà essere un po’
scontato: GRAZIE. Non è retorica, non è “dovuta”, ma viene dal cuore: GRAZIE A CIASCUNO DI VOI. I giorni passati, i primi giorni del mio ministero come prete, questi primi passi in mezzo a voi sono colmi di gratitudine per l’accoglienza che mi avete riservato, per il bene che mi state dimostrando, per l’entusiasmo che mi state trasmettendo. A partire dai bambini dell’iniziazione cristiana, passando per i ragazzi, gli adolescenti e i giovani dei nostri oratori, sino ad arrivare a tutti gli adulti e i presbiteri... avete presente quando dopo una giornata intensa, accaldata (come quelle di questi giorni), piena di “cose” e di “parole” si rientra nel proprio appartamento e, sospirando, si sussurra tra se e se: “finalmente a casa!”... ecco: è ciò che io ho sperimentato e sto sperimentando qui con voi: sono a casa!".

"Siamo saliti insieme sulla barca del Signore"

"E allora, dopo “grazie”, mi viene da dire: “molto bene!” Qualche mese fa abbiamo siamo saliti sulla barca del Signore e abbiamo iniziato a navigare insieme sospinti dal suo Spirito, in questi giorni il mio ministero ha assunto
i tratti della definitività con l’assunzione degli incarichi e delle responsabilità legate all’ordinazione presbiterale, ora possiamo prendere il largo dove vuole Lui per l’avventura che ci sta davanti".