A Palazzo Cernezzi la maggioranza si spacca sulla Stazione unica appaltante

Ad affossare con i propri numeri la proposta della Stazione unica appaltante i forzisti.

A Palazzo Cernezzi la maggioranza si spacca sulla Stazione unica appaltante
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La maggioranza si spacca. Alla fine, malgrado un rinvio tattico la scorso lunedì per trovare un accordo, i consiglieri comaschi di Forza Italia hanno affossato il provvedimento a firma di Elena Negretti sulla Stazione unica appaltante.

La maggioranza si spacca

Il "no" dei forzisti era nell'aria fin dall'inizio della discussione durante la seduta di lunedì scorso del Consiglio comunale di Como. Ieri sera si è definitivamente segnata la spaccatura della maggioranza del sindaco Mario Landriscina sotto il peso di un passaggio alla Provincia delle gare d'appalto sopra i 20mila euro. Secondo la proposta 8 dipendenti del settore al Comune di Como sarebbero stati in prestito alla Provincia, dove avrebbero lavorato coordinati dal dirigente del settore a Villa Saporiti. Un processo "di norma" per i Comuni della Provincia ma non per il capoluogo. Un provvedimento che non è piaciuto ai forzisti che hanno votato compattamente "no" affossando con il supporto delle minoranze la proposta. Nulla hanno potuto i voti di Fratelli d'Italia, Lega e della civica "Insieme".

Il commento del Pd

"Noi siamo consiglieri del capoluogo e per questo ci siamo chiesti qual è l’interesse della città – spiegano il capogruppo Stefano Fanetti e il collega Gabriele Guarisco, contrari assieme a Patrizia Lissi –. A noi risulta che l’Ufficio gare del Comune, riorganizzato recentemente poco prima della fine del mandato Lucini, stia lavorando bene, così come l’Ufficio provinciale: la proposta della Giunta Landriscina non interveniva sulla fase dove per noi attualmente si fa più fatica, cioè quella progettuale, e rischiava di privare il Comune di 8 risorse che con i 5 colleghi della Provincia avrebbero dovuto occuparsi di 84 comuni". Una spiegazione anche dovuta al fatto che, In Provincia, il Pd aveva votato favorevolmente alla novità.

E la stoccata viene anche da Tommaso Legnani, segretario cittadino del Pd: “Il ruolo della città capoluogo si difende, in primis, facendone gli interessi. Perciò, se a ben vedere, Como non ha bisogno della stazione unica degli appalti, per noi non è necessaria. Invece, l’altra sera sono stati chiari due aspetti: il sindaco è incapace di valorizzare il ruolo del Comune capoluogo ed è sempre più evidente la spaccatura nella maggioranza di centrodestra a un anno dalle elezioni”.

Insomma, il dato politico è uno, per i tre esponenti del Pd: “Questa maggioranza non solo non condivide con la città i temi importanti, ma nemmeno al suo interno. Le forze di centrodestra sono completamente sfilacciate, non si parlano e all’ultimo pretendono l’aiuto della minoranza su una questione che non risponde agli interessi della città”.

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