La sindrome di Down non lo frena, Mattia il barista speciale STORIE SOTTO L'OMBRELLONE
Il Giornale di Erba regala ai lettori di Giornaledicomo.it le più belle storie raccontate nel corso del 2018 sulle pagine del nostro settimanale. Una piacevole lettura sotto l'ombrellone.
Zaino in spalla, un saluto veloce alla mamma, giusto il tempo di indossare il grembiule e alle 8, tutti i giorni dal lunedì al venerdì, è già dietro al bancone per servire caffè e cappuccini con il suo immancabile contagioso sorriso.
La sindrome di Down non lo frena, Mattia il barista speciale
Mattia Sorrentino, 17 anni, è un giovane ragazzo di Carugo che frequenta il terzo anno dell’istituto superiore «Romagnosi» indirizzo alberghiero di Longone e da alcuni giorni è il barista più amato del bar «Al 15» di via don Gnocchi. Mattia è un ragazzo "speciale": è infatti affetto dalla sindrome di Down. Il suo percorso, fino a oggi, non è stato facile e molto spesso in salita: tante difficoltà, porte chiuse in faccia, ostacoli per inserirsi in un contesto di vita "normale". Fino a quando ha bussato alla porta del bar di Inverigo. "Qui è bellissimo – commenta Mattia con il suo sorriso smagliante tra un caffè e una spremuta – I miei colleghi sono fantastici e mi stanno insegnando tante cose. Voglio diventare un bravo barista e imparare a servire in sala. Amo questo lavoro, chiacchierare con i clienti. Qui siamo tutti dei “numeri uno”!".
Prima le paure, poi la gioia
Il ragazzo, giunto al terzo anno delle scuole superiori, doveva, come prevede il percorso didattico, affrontare un periodo di stage per imparare il lavoro sul campo. La paura soprattutto della mamma Caterina era che nessuno avrebbe mai accettato il ragazzo. Le cose sono andate per fortuna diversamente da come tutti si aspettavano e forse è anche per questo che la storia di Mattia fa notizia e commuove. "Ho sempre dovuto lottare perchè mio figlio non si sentisse escluso, non fosse isolato e per abbattere quelle barriere che impediscono di accettare chi è diverso da noi – confida mamma Caterina – Anche i ragazzi come Mattia hanno sogni e aspettative, grinta e voglia di dimostrare che anche loro possono raggiungere obiettivi importanti. Il desiderio di Mattia è quello di stare dietro a un bancone e imparare questo mestiere: serviva solo qualcuno che anche al di fuori della scuola credesse in lui e gli offrisse una possibilità per provare a costruirsi un futuro. Non posso che ringraziare il titolare del locale che ha permesso a Mattia di conquistare quella piccola normalità che troppe volte gli è stata preclusa".
E' la moscotte del locale
Ormai Mattia, in sole due settimane, è diventato la mascotte del locale: i clienti lo cercano, i compagni di lavoro lo seguono con pazienza e attenzione: tutti in pochissimo tempo si sono affezionati a lui. «Il messaggio che Mattia deve trasmettere con la sua presenza qui nel bar d’Inverigo è che essere affetti da un handicap non deve diventare il motivo per dover ogni giorno lottare per affermarsi. E’ il mio fiore, il mio orgoglio, lo stimolo che mi fa andare avanti e spero che grazie anche a questa esperienza il suo domani possa essere più rosa e che come lui altri ragazzi che convivono con la stessa sindrome trovino una porta aperta, non solo tanti no», chiude la mamma. Il titolare del locale, Marco Desideri, non crede di aver fatto qualcosa di speciale, anzi è lui stesso a ritenersi fortunato per aver incontrato Mattia che con tanta buona volontà si è messo in gioco, conquistando il cuore di tutti. «Ha un entusiasmo che contagia e con il suo sorriso riesce a rendere la giornata di ogni cliente migliore", hanno confermato i suoi colleghi che ormai sono diventati i nuovi amici del grande Mattia.
(Giornale di Erba, sabato 21 aprile)