Confartigianato Como: piccole imprese colpite dal lavoro nero e dalla contraffazione
Il dato: il valore dell’economia sommersa nel nostro Paese sia pari a 549 miliardi.
Lo scorso lunedì, 17 settembre, si è tenuta la 72esima Assemblea Generale di Confartigianato Como. Un momento per fare il punto della situazione ad un anno dal precedente appuntamento ma anche per fare previsioni e porsi obiettivi per il futuro.
Confartigianato Como: le piaghe del lavoro nero e della contraffazione
Un’assemblea durante la quale a fare un disegno della situazione attuale è stato il presidente dell’associazione di categoria degli artigiani e delle piccole imprese, Marco Galimberti. Quest’ultimo in particolare si è voluto soffermare sulla difficile situazione in cui stanno vivendo gli artigiani, colpiti dalle scelte di politica economica di Paesi stranieri.
"I provvedimenti messi in atto dagli Stati Uniti in particolare, stanno mettendo a dura prova diversi distretti. Le crisi politiche ed economiche che interessano diversi Paesi che rappresentavano sbocchi commerciali emergenti per la nostra manifattura, stanno limitato l’espansione dei prodotti italiani, che rimangono solidamente ancora oggi, e voglio sottolinearlo, i più apprezzati per qualità, eccellenza e valore aggiunto".
Eppure non sono solo problemi "esterni" a mettere in difficoltà le imprese artigiane italiane. Galimberti ha infatti sottolineato che "Le micro imprese accusano in modo grave questa situazione, soffrendo ancor di più il fenomeno dell’economia sommersa, del lavoro nero e della contraffazione, che in questi frangenti sono oltremodo amplificati". E i dati di un recente studio Eurispes lo spiegano bene; è stato infatti stimato che il valore dell’economia sommersa nel nostro Paese sia pari a 549 miliardi di euro di cui 300 miliardi provenienti dal lavoro nero. In pratica il 21% del PIL nazionale.
Investire sull'apprendistato
Tanti i fattori, dalla crisi economica al cuneo fiscale, che hanno portato dalle 18mila imprese attive in provincia di Como nel 2011 alle poco meno di 16mila di oggi. Anche per questo ciò che da anni le imprese continuano a chiedere ai diversi Governi che si succedono alla guida dello Stato è una seria riforma fiscale che abbassi una pressione complessiva al 42% e un cuneo fiscale sul lavoro dipendente al 47.7%.
E in questo senso Galimberti ricorda che l’apprendistato potrebbe ancora essere la via migliore per l’inserimento nel mondo del lavoro. "Gli artigiani hanno sempre creduto profondamente nell’apprendistato come volano di investimento per le future generazioni, che possono consolidare così la loro formazione umana, educativa, professionale e spesso imprenditoriale. In un anno abbiamo assistito al record di assunzioni di apprendisti, con oltre 283mila unità, che si traduce in una crescita del 20,2%. Una risposta formidabile delle nostre imprese".