Consiglio comunale di Como: salta la seduta. Forza Italia continua a sfaldarsi
Il capogruppo di Forza Italia in Consiglio, Antonio Tufano, è passato al gruppo misto criticando il proprio partito.
Consiglio comunale di Como tesissimo questa sera, lunedì 12 novembre. Dopo giornate di riunioni ma soprattutto di tensioni, è spaccatura totale tra Forza Italia e il resto della maggioranza.
Consiglio comunale a Como: Tufano lascia Forza Italia
Serata di tensione a Palazzo Cernezzi. Dopo la riunione al vetriolo tra la maggioranza, il sindaco Mario Ladriscina ma soprattutto dei rappresentanti di Forza Italia. Partito che, proprio per i dissidi in maggioranza, aveva deciso alla fine della scorsa settimana di ritirare i propri assessore in Giunta, ovvero Amelia Locatelli e Francesco Pettignano.
Sorpresa di questa sera in Consiglio comunale è la totale assenza della delegazione forzista: assenti infatti Enrico Cenetiempo, Luca Biondi, Davide Gervasoni, Elena Canova, ma anche del Presidente del Consiglio Anna Veronelli e degli assessori Amelia Locatelli e Simona Rossotti. Presenti invece l'ormai ex Antonella Patera, che nelle scorse settimane aveva lasciato con parole dure il gruppo di FI, e il capogruppo Antonio Tufano.
Quest'ultimo è intervenuto in una preliminare molto dura proprio nei confronti del proprio partito, annunciando il suo passaggio almeno temporaneo nel gruppo misto insieme alla collega Patera. "Quello che è successo venerdì e poche ore fa mi ha convinto a non soprassedere più sulla linea del mio partito - ha spiegato Tufano - Io ero stato chiaro che avrei dato il mio appoggio al ritiro degli assessori solo se i diretti interessati fossero stati d'accordo. E l'assessore Pettignano non lo era ma il coordinatore provinciale Mauro Caprani ha detto di continuare malgrado quello che ha detto Pettignano. Io quindi non mi sono trovato più d'accordo su questa iniziativa. Si tratta di due persone che si sono spese e che sono state votate dai cittadini poco più di un anno, quindi rinnovo e ribadisco la fiducia a Pettignano e Locatelli e per il momento annuncio il mio passaggio, almeno temporaneo, nel gruppo misto".
Gli ha fatto eco l'ex collega forzista Antonella Patera che ha spiegato in Consiglio: "Quanto accaduto negli ultimi giorni mi conferma che ho fatto bene a lasciare un partito ormai interessato solo ai giochi di potere. Un partito che ha deciso di ritirare due assessori che si sono spesi in maniera intensa fino ad ora e che non meritano di essere trattati così. Esprimo quindi la mia totale vicinanza a loro e soprattutto a Pettignano che per tanti anni si è speso in politica per il partito".
Lo sfogo di Pettignano: l'attacco a Caprani
"Siedo in Consiglio comunale grazie al sostegno di centinaia di cittadini e sto lavorando per loro. Nonostante le difficoltà sto cercando di risolvere i problemi nei settori che mi sono stati affidati. Lealtà e correttezza sono per me valori imprescindibili. Ritengo la scelta di ritirare la delegazione di Giunta, motivata dal presunto litigio con gli alleati della Lega e Fratelli d'Italia, e non da problemi di Forza Italia con il sindaco, una scelta non condivisibile. Modalità più da parlamento che da Consiglio comunale. Se il coordinatore Mauro Caprani non vuole che Forza Italia sieda più in questa maggioranza lo dica e presenti la sfiducia in aula, la faccia votare ai consiglieri che la condividono. Personalmente vado avanti a lavorare preoccupandomi più dei problemi dei cittadini che degli intrighi di palazzo. Cosa farò? Di certo non mi dimetterò. Ci tengo a ringraziare Tufano e Patera per la fiducia e il sostegno. Non mi sento invece di rappresentare il gruppo di Forza italia che ha firmato un documento che chiedeva il ritiro degli assessori e dopo l'atteggiamento di questa sera per aver abbandonato la sala consiliare" ha spiegato in aula l'assessore.
L'attacco delle minoranze che lasciano l'aula
Quel che è certo da questa seduta di Consiglio comunale è che attualmente la maggioranza non è tale: senza le minoranze in aula infatti non ci sarebbe il numero legale per una seduta. Proprio per questo il gruppo Rapinese aveva deciso durante l'appello di non restare in aula. Scelta diversa quella di Civitas, Pd e Scelta Civica che sono restate in aula per le preliminari.
Il consigliere di Civitas Bruno Magatti durante il proprio intervento ha però annunciato: "Visto che senza di noi non ci sarebbe la maggioranza, al termine delle preliminari usciremo dall'aula. Gli ha fatto eco Stefano Fanetti del Pd: "Il sindaco come al solito tace. In questa maggioranza continuiamo a vedere litigi per mettere o togliere la 'cadrega' a qualcuno. Se c'è qualche tema il sindaco ce lo venga a dire ma ancora una volta il leader di Como non esiste e non fa politica".
Tra un botta e risposta, è intervenuto anche il primo cittadino, Mario Landriscina, che ha sottolineato: "Se la maggioranza andrà avanti sarà solida, se no io sarò il primo che la chiuderò".
Come annunciato, al termine delle preliminari Rapinese Sindaco, Scelta Civica, Pd e Civitas lasciano l'aula. Resta invece in aula Fabio Aleotti del M5S che ha chiesto la conferma del numero legale dopo l'uscita delle minoranze. Numero che non c'è e che fa saltare la seduta del Consiglio comunale.