Lo chef Soverina a "Russia 2018" STORIE SOTTO L'ALBERO

Il Giornale di Erba regala ai lettori di Giornaledicomo.it le più belle storie raccontate nel corso del 2018 sulle pagine del nostro settimanale.

Lo chef Soverina a "Russia 2018" STORIE SOTTO L'ALBERO
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(Ponte L.) Vittorio Soverina, chef italiano e... triste tifoso del team Azzurro. Con grande autoironia lo chef pontelambrese si è letteralmente messo in vetrina in occasione di "Russia 2018".

Lo chef Soverina a "Russia 2018"

Soverina, 41 anni, dal 2011 dirige un importante ristorante di cucina italiana a Ekaterinburg. La cittadina è sede della prima fase a gironi dei Mondiali di calcio e a Vittorio, vista la clamorosa esclusione dell’Italia, non resta altro che tifare Russia, la sua seconda patria. Così, con grande spirito, sulla vetrina del "Dolce vita" è apparso proprio il pontelambrese, diviso a metà: nella sua veste ufficiale di chef e in maglia azzurra. "Soverina Vittorio, italian restaurant chef... and unhappy italian football team fan" è il leitmotiv che appare a grandi lettere.

Il racconto

"Sarebbe stato l’unico Mondiale che avrei potuto vivere “da protagonista” e invece... Mi tocca fare da spettatore - commenta - Tiferò Russia ovviamente, anche se qui la nazionale di calcio è bistrattata. I calciatori russi sono visti come persone che guadagnano milioni, ma che alla fine pensano solo alla bella vita. E così finiscono per essere protagonisti delle barzellette".
E il "Dolce vita" sta pubblicizzando molto il grande evento calcistico: il fischio di inizio dei Mondiali è avvenuto giovedì a Mosca, ma a Ekaterinburg la prima partita è stata quella di ieri, venerdì 15 giugno, con la sfida tra Egitto e Uruguay.

"Abbiamo preparato menu appositi. Per ogni partita predisponiamo due set di degustazioni: saranno menu tipicamente italiani, ma con richiami alla cultura delle nazioni che saranno in campo". Vittorio non sarà solo durante questa avventura mondiale. Per l’occasione ben tre generazioni di Soverina saranno presenti allo stadio: Vittorio, il papà Giovanni e il figlio Alessandro "Sasha".
"Papà e mamma Ombretta sono arrivati da Ponte Lambro e resteranno qui con noi fino al prossimo 28 giugno, quando si concluderà la fase calcistica che vedrà lo stadio di Ekaterinburg sede di sfide. Poi torneremo insieme in Italia per un bel periodo di vacanza".

E di turisti ce ne sono molti in questo periodo per le vie della città russa. Pochi gli italiani: "Quelli che ci sono non sono qui certamente per il Mondiale. Ekaterinburg non è una meta turistica, anche perché tra le sedi delle partite di “Russia 2018” siamo quella più a oriente, a due ore e mezza di aereo da Mosca - racconta Vittorio - Però la città è invasa da stranieri. Sicuramente è un mese particolare. Bisogna considerare che il calcio qui non è il principale sport. In cima c’è l’hockey. Per cui ci sono due schieramenti: da una parte chi è interessato a tutto questo grande movimento che si crea per un evento simile; dall’altra chi è scocciato per i disagi".

Ekaterinburg, infatti, è una città da un milione e mezzo di abitanti e «Russia 2018» sta portando un flusso turistico di circa 150 mila persone: "Insomma, si tratta del 10% in più. Di gente concentrata soprattutto nel centro. Per cui qualche seccatura può esserci. Ovvio che per me tutto questo è potenzialmente lavoro in più e per cui la considero una bella opportunità".
La nazionale Russia, tra l’altro non è nemmeno tra le favorite, a dire il vero: "C’è speranza ovviamente, ma siamo consapevoli che non si tratti di un team irresistibile. Ci sono squadre ben più quotate. Certo che giovedì allo stadio di Mosca 80 mila tifosi a supportare i giocatori di “casa” ha fatto psicologicamente la differenza e il Mondiale è iniziato alla grande".

E del suo concittadino Carlo Tavecchio che, al contrario suo, sarà un grande assente cosa pensa? "Ha fatto anche tante cose buone, purtroppo si è trovato in un periodo non certo facile per il calcio italiano". A tenere alto il buon nome dell’italianità nel mondo ci pensa dunque Vittorio con la sua famiglia. Ieri tra le bandiere dell’Uruguay e dell’Egitto, c’era anche il tricolore a sventolare allo stadio...

(Giornale di Erba sabato 16 giugno 2018)

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