Vibrione patogeno nelle cozze: le precisazioni dell'azienda produttrice
"L’azienda garantisce la propria più assoluta disponibilità per assicurare l’assenza di qualunque rischio per i consumatori e, nell’immediato, ha sospeso la produzione di cozze nel sito di provenienza del lotto dal quale è stato estratto il campione".
Riceviamo e pubblichiamo integralmente le precisazioni della Cooperativa Pescatori Arborea scarl, marchio Niddittas in merito al richiamo di cozze da parte del Ministero della Salute per contaminazione del patogeno Vibrio Cholerae o vibrione del colera.
Vibrione patogeno nelle cozze: le precisazioni dell’azienda produttrice
In riferimento alle notizie apparse nelle ultime ore su diversi organi di informazione, relative alla possibile presenza di un vibrione potenzialmente patogeno in un lotto di cozze Nieddittas, l’azienda precisa quanto segue.
Il vibrione potenzialmente patogeno sarebbe stato individuato in un campione del prodotto prelevato oltre un mese fa dalla ASL Toscana presso un esercizio commerciale a Massa. Ci conforta sapere che nessuna conseguenza dannosa risulta si sia verificata nella zona nei soggetti che hanno consumato il prodotto in questione.
L’azienda garantisce comunque la propria più assoluta disponibilità per assicurare, insieme alle Amministrazioni competenti, l’assenza di qualunque rischio per i consumatori e, nell’immediato, ha sospeso la produzione di cozze nel sito di provenienza del lotto dal quale è stato estratto il campione.
Nieddittas tiene peraltro a precisare che nessuna anomalia è stata riscontrata negli impianti di produzione nel Golfo di Oristano.
L’azienda conferma quindi che tutte le cozze Nieddittas attualmente in commercio sono sane, provengono da allevamenti diversi da quello del lotto analizzato, e possono essere consumate in totale tranquillità dai consumatori. Le analisi, regolarmente effettuate dalla ASL su tutti i lotti oggi in commercio, non hanno infatti riscontrato alcuna anomalia.
A margine di queste note, Nieddittas rileva che Il prelievo è stato effettuato in un punto vendita al dettaglio in Toscana e non nei vivai della Sardegna.
L’analisi è stata eseguita in un’aliquota unica e non ripetibile. Con una procedura apparentemente non conforme alla prassi, non è stato dato il preavviso di 24 ore necessario per poter presenziare all’analisi. Appare inoltre insolito che non sia stato conservato un campione di prodotto per successive ulteriori analisi, dato che il vibrione non muore col congelamento, le confezioni presenti nella pescheria toscana erano 6 e pertanto nulla imponeva che si facesse un’unica analisi non ripetibile.