Spiare e filmare la vicina che fa la doccia non è reato
Assolto perché l'oggetto del voyeurismo non aveva chiuso finestra e tende.
James Stewart nel memorabile film “La finestra sul cortile” di Hitchcock (nella foto) il cellulare non l’aveva. Ma il 37enne di Gallarate finito a processo al Tribunale di Busto Arsizio sì: è con quello che ha filmato la vicina che usciva dalla doccia, ma è stato assolto perché l’oggetto del voyeurismo, la ragazza, è stata considerata a sua volta “rea” di non aver chiuso la finestra o serrato le tende.
Filmare la vicina in doccia non è reato
Una sentenza davvero curiosa arriva dalla Provincia di Varese ed è destinata a far discutere: filmare la vicina di casa che esce dalla doccia non è violazione della sua privacy, a patto che non abbia le tende in bagno. Lo ha deciso la Corte di Cassazione che ha assolto dall’accusa di violazione della privacy un 37enne per aver spiato e filmato con il telefono la scena.
I motivi dell’assoluzione
L’imputato era stato precedentemente condannato a due mesi e 15 giorni nel processo svolto con rito abbreviato in primo grado davanti al Tribunale di Busto Arsizio. Poi l’assoluzione davanti alla Corte d’Appello di Milano. I giudici hanno valutato che non sussistono lesioni alla riservatezza della persona filmata, in quanto la stessa non aveva provveduto a schermare le finestre con tende. In più, i giudici hanno sottolineato che il “guardone” non aveva utilizzato nessuna particolare tecnologia, se non un normale telefono. Niente violazione della privacy, insomma. La donna, secondo i giudici, avrebbe dovuto provvedere a mettere le tende.
Ma non è uno stinco di santo
Per dovere di cronaca va però detto che il 36enne di Gallarate è stato sì assolto da questa accusa, ma era stato già condannato a due anni e sei mesi per aver filmato le dipendenti del suo bar mentre si cambiavano nello spogliatoio del locale e anche per aver abusato di una bambina di dieci anni…