Chiusura domenicale dei negozi. Cosa ne pensano i comaschi? VIDEO

Abbiamo chiesto ai comaschi di esprimere il loro parere in merito alla proposta di legge del Governo.

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Chiusura domenicale dei negozi. Abbiamo chiesto a politici e negozianti comaschi di esprimere un loro parere su questa proposta di legge. Ecco cosa hanno detto ai nostri microfoni.

La chiusura domenicale dei negozi

La proposta di legge del Governo prevede la reintroduzione della chiusura obbligatoria la domenica e nei festivi, con delle possibili deroghe limitate soltanto ai piccoli esercizi commerciali nelle città turistiche. In sostanza, secondo il testo della proposta, le aperture domenicali saranno 26 su 52 totali. Si prevede la chiusura degli esercizi commerciali nelle 12 festività nazionali, fatta eccezione per una deroga per un totale di 4 giorni di apertura che verranno stabiliti dalle Regioni. Altra deroga varrà per i centri storici e per i negozi di vicinato, che potranno rimanere aperti tutte le domeniche dell’anno, ma non durante le festività.

"Una follia del governo"

"Ritornare alle chiusure domenicali e festive dei negozi è “una follia del Governo", a maggior ragione nelle condizioni in cui versa attualmente l’economia nazionale”. Lo sostiene l’ex ministro del Turismo, ed ex presidente nazionale dei giovani di Confcommercio, on. Michela Vittoria Brambilla, che non solo annuncia battaglia “contro questo atto di vero e proprio autolesionismo”, ma manda un deciso segnale nella direzione contraria depositando una proposta di legge per promuovere le funzioni sociali del centri commerciali e della Grande distribuzione organizzata. (CLICCA QUI PER LEGGERE TUTTE LE SUE PAROLE)

"Ci sarà anche una rivitalizzazione del centro"

Anche Alessandro Bolla, referente della Confcommercio Como per la città di Cantù ha voluto spiegarci il suo punto di vista.

Il pensiero di +Europa Lario

Luca Monti, presidente di +Europa Lario, dichiara: “La libertà è un principio e un valore. Assistiamo a continui arretramenti senza comprendere e condividerne il senso. La tutela del lavoro e della famiglia – prosegue Monti – non si ottengono diminuendo le occasioni di lavoro o limitando e vincolando la libera gestione del tempo delle famiglie”. Conclude il presidente di +Europa Lario: "Assistiamo a un progressivo arretramento, un ritorno al passato. Questo è il cambiamento? Non sempre cambiare è sinonimo di migliorare, in questo caso non lo è di certo”. Aggiunge Luca Perego, coordinatore di +Europa Lario: “Il governo del cambiamento da prova, un’ennesima volta, di essere un governo della peggiore conservazione e del peggior sguardo rivolto al passato anziché al futuro. Questo decreto ci riporta indietro di almeno dieci anni". Per salvaguardare le libertà acquisite, per dire +sviluppo, +crescita, +lavoro e –recessione, domenica 10 febbraio al mattino saremo fuori dal supermercato Carrefour di Viale Recchi a Como per ribadire il nostro no a un decreto dannoso e che non migliorerà le tutele del lavoro, ma anzi ci farà regredire di anni mettendo a rischio occupazione e crescita".

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