Inizia il Conclave, il vescovo Cantoni tra i 133 cardinali riuniti per eleggere il nuovo Papa
La preghiera per una pace giusta, la messa nella mattinata di oggi e la prima fumata attesa per il tardo pomeriggio.

Dal pomeriggio di ieri, martedì 6 maggio, il vescovo di Como, cardinale Oscar Cantoni, risiede a Casa Santa Marta “nuova” (all’interno della struttura che per 12 anni ha accolto il Santo Padre Francesco), nell’alloggio assegnato tramite il sorteggio effettuato, nel pomeriggio di sabato 2 maggio, dal camerlengo di Santa Romana Chiesa, il cardinale Kevin Joseph Farrell. Oggi, mercoledì 7 maggio, inizia il Conclave per l'elezione del nuovo Pontefice.
Il saluto del vescovo
Nei giorni scorsi, in vista dell’inizio del Conclave, il cardinale Cantoni ha scritto una lettera a tutti i "membri del popolo di Dio che è in Como". Guardando a quanto sta accadendo, il vescovo parla di "un’esperienza unica e irrepetibile, anche se piuttosto complessa". Le Congregazioni che hanno portato al Conclave, infatti, hanno visto alternarsi numerosi interventi, confronti che hanno permesso di approfondire le grandi sfide che attendono la Chiesa, compreso il profilo del nuovo Pontefice. "Un'esperienza fortissima di comunione - ribadisce il cardinale Cantoni - perché da ogni parte della Chiesa sale incessante a Dio un’unica e compatta preghiera. Donaci, Signore, un nuovo Pastore secondo il tuo cuore". Prima di entrare in Santa Marta e in Cappella Sistina dal vescovo Oscar è giunto un nuovo ringraziamento per "le preghiere e i messaggi ricevuti. Continuiamo a invocare lo Spirito Santo: illumini gli occhi della nostra mente. Attraverso il nuovo pontefice, la Chiesa, guidata dal suo pastore, annunci il Vangelo, testimoni la misericordia e la speranza, promuova la pace e la giustizia, con uno stile di povertà, sobrietà e tenerezza. Saluto con affetto ciascuno di voi, benedico le nostre famiglie, le nostre comunità parrocchiali e tutti i nostri amati pastori. Ora lasciamoci guidare e plasmare dall’opera dello Spirito Santo".
L'appello dei cardinali per la pace
Proprio nella mattinata di martedì 6 maggio, la Congregazione Generale alla Vigilia del Conclave, ha elaborato e diffuso, attraverso la Sala Stampa Vaticana, una comunicazione condivisa da tutti i porporati. "Noi cardinali di Santa Romana Chiesa - scrivono - riuniti in Congregazione Generale prima dell’inizio del Conclave, costatato con rammarico che non si sono registrati progressi per favorire i processi di pace in Ucraina, in Medio Oriente e in tante altre parti del mondo, anzi che si sono intensificati gli attacchi specialmente a danno della popolazione civile, formuliamo un sentito appello a tutte le parti coinvolte affinché si giunga quanto prima a un cessate il fuoco permanente e si negozi, senza precondizioni e ulteriori indugi, la pace lungamente desiderata dalle popolazioni coinvolte e dal mondo intero. Invitiamo tutti i fedeli a intensificare la supplica al Signore per una pace giusta e duratura".
Oggi pomeriggio l'inizio del Conclave
I 133 cardinali elettori concelebrano stamattina, mercoledì 7 maggio, nella basilica vaticana la solenne messa “pro eligendo Pontifice”, presieduta dal decano del Collegio dei porporati, il cardinale Giovanni Battista Re. Nel pomeriggio, poi, l’inizio del Conclave, che sarà presieduto dal cardinale Pietro Parolin. I cardinali elettori andranno dalla Cappella Paolina del Palazzo Apostolico verso la Sistina, accompagnati da queste parole: "Tutta la Chiesa, unita a noi nella preghiera, invoca costantemente la grazia dello Spirito Santo, perché sia eletto da noi un degno Pastore di tutto il gregge di Cristo". In processione i cardinali entreranno nel Sacellum Sixtinum, all’interno del quale intoneranno l’inno Veni, creator Spiritus. Poi presteranno il solenne giuramento ponendo le mani sul grande Evangeliario. Al termine, il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, l’arcivescovo monsignor Diego Ravelli (formatosi nel Seminario della Diocesi di Como, dove è stato ordinato, in Cattedrale, nel giugno del 1991) pronuncerà la formula dell’extra omnes.
Chiusura delle porte della Cappella Sistina
Si chiuderanno, così, le porte della Cappella Sistina, che è stata allestita con i banchi per le sedute dei cardinali e con le stufe, dove saranno bruciate in una, quella del 1939, le schede delle votazioni e nell’altra, quella del 2005, gli additivi per determinare il colore della fumata. La prima sarà già nel tardo pomeriggio del 7 maggio. I cardinali, ai quali sarà consegnata una scheda rettangolare, con lo spazio per scrivere il nome del prescelto e fatta in modo per poter essere ripiegata, si avvicineranno all’altare tenendola ben in vista. Prima di deporla nell’apposito contenitore, ogni cardinale pronuncerà questa formula: "Chiamo a testimone Cristo Signore, il quale mi giudicherà, che il mio voto è dato a colui che secondo Dio, ritengo debba essere eletto". Norme speciali sono previste per gli elettori infermi, così da permettere loro di votare, mantenendo la necessaria riservatezza. Anche lo scrutinio delle schede, secondo le disposizioni della Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis, segue rigide procedure per assicurare la massima correttezza nello svolgimento di ogni passaggio.
Come avviene l'elezione del 267esimo Papa
Per eleggere il Papa è necessaria una maggioranza qualificata di due terzi. In questo Conclave, che porterà alla scelta del 267° pontefice, sono necessari 89 voti. Sono previsti quattro scrutini al giorno - due al mattino e due al pomeriggio - e due fumate al giorno - una al mattino, l’altra al pomeriggio - per comunicare al mondo esterno l’esito della votazione. Non c’è una indicazione precisa per l’orario. Guardando al passato, orientativamente potrebbero avvenire alle 12/12.30 e alle 19/19.30. Questa volta, però, va considerato anche il numero più alto di elettori. Se il Papa non viene eletto entro la dodicesima votazione (quindi dopo 3 giorni), è previsto un giorno di pausa, dopo il quale riprendono le operazioni. Dopo la 33esima o 34esima votazione si passerà direttamente, e obbligatoriamente, al ballottaggio fra i due cardinali che avranno ricevuto il maggior numero di voti nell’ultima votazione. Anche in questo caso, però, sarà sempre necessaria una maggioranza dei due terzi. I due cardinali al ballottaggio non potranno partecipare attivamente al voto.