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Villa Bernasconi riapre: accoglierà solo "ladri di storie" muniti di guanti e mascherina

Dal 1° giugno sarà nuovamente possibili visitare la dimora di Cernobbio ma solo previa prenotazione.

Villa Bernasconi riapre: accoglierà solo "ladri di storie" muniti di guanti e mascherina
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Villa Bernasconi, storica dimora in stile liberty di Cernobbio, riapre dopo il lockdown dovuto al coronavirus: accoglierà solo "ladri di storie" muniti di guanti e mascherina.

Villa Bernasconi riapre: un storytelling per "ridere" delle misure di sicurezza

Dopo la chiusura imposta dall’emergenza Covid-19, finalmente l'1 giugno il Museo di Villa Bernasconi, la #casacheparla di Cernobbio, riaprirà le porte al pubblico. E lo farà con il suo consueto stile giocoso e interattivo, invitando i visitatori a trasformarsi nientemeno che in ladri di storie.

E cosa deve fare, infatti, un ladro che si rispetti? Deve introdursi in casa indossando i guanti per non lasciare impronte e muoversi tra una stanza e l’altra con il volto ben coperto da una maschera, avendo cura di non superare le strisce di delimitazione delle scene del crimine. Ecco, quindi che, con un semplice storytelling, l’osservanza delle norme di igiene e sicurezza diventa un gioco.

Ulteriore sicurezza sarà garantita dalla prenotazione della visita – obbligatoria, attraverso il sito ufficiale della villa - che prevede accessi contingentati e il rispetto delle distanze, permettendo l’ingresso ad un massimo di 8 visitatori all’ora: un’esperienza davvero esclusiva e inclusiva al tempo stesso, poiché Villa Bernasconi è accessibile a tutti (anche ai disabili), sia italiani che stranieri. Per l'occasione sarà anche proposta una app (da scaricare sul proprio device personale) per ascoltare tutte le voci della villa in sicurezza.

La mostra Fiori Narrati fino a settembre

E fino al 20 settembre ci sarà un motivo in più per visitare Villa Bernasconi: il museo sarà infatti arricchito da “Fiori narrati”, un’esposizione di opere di alcuni fra i più noti pittori e illustratori a cavallo fra Otto e Novecento, per i quali la bellezza femminile e quella della natura non erano intese solo come pura decorazione, ma interpretavano il sogno di un universo di eleganza e armonia da ricercare fra le mura domestiche. L'esposizione avrebbe dovuto partire già a marzo ma non è stato possibile a causa del lockdown.

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