L'evento

150 comaschi in pellegrinaggio a Piacenza sulle orme di Scalabrini con il cardinale Oscar Cantoni

Un viaggio di fede e riflessione alla scoperta delle opere di Gianbattista Scalabrini e della sua eredità spirituale

150 comaschi in pellegrinaggio a Piacenza sulle orme di Scalabrini con il cardinale Oscar Cantoni
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Il 4 marzo ben 150 pellegrini della diocesi di Como seguiranno le orme del Santo Scalabrini a Piacenza con il cardinale Oscar Cantoni.

150 comaschi in pellegrinaggio a Piacenza sulle orme di Scalabrini con il cardinale Oscar Cantoni

Sarà una giornata di preghiera e di incontro con la Chiesa di cui monsignor Scalabrini fu pastore, nei luoghi che videro nascere le congregazioni ispirate dall’opera e dalla sensibilità del Vescovo, apostolo del Catechismo e padre dei migranti.

Il comasco Scalabrini, canonizzato a Roma il 9 ottobre 2022, "amò la verità, fu uomo di carità e il suo sguardo non fu mai indifferente", disse il postulatore della causa di canonizzazione, padre Graziano Battistella, nella messa di ringraziamento celebrata in Cattedrale a Como lo scorso 15 gennaio. Il gruppo di pellegrini – molti provengono dalle parrocchie di Fino Mornasco, di cui Scalabrini era nativo, e da quella di San Bartolomeo in Como, dove fu parroco prima della nomina a Vescovo di Piacenza – partirà da Como alle 7.15.

All’arrivo a Piacenza il gruppo farà visita ai luoghi scalabriniani, mentre alle 14.45 è prevista la Santa Messa nella Cattedrale di Piacenza, chiesa dove riposano le spoglie di San Scalabrini, che, da Vescovo, realizzò interventi di recupero e valorizzazione dell’imponente Duomo piacentino e della bellissima cupola del Guercino. La messa sarà trasmessa sul canale YouTube de “Il Settimanale della diocesi di Como”.

"L’esempio di san Giovanni Battista Scalabrini e dei suoi discepoli – ebbe modo di sottolineare il cardinale Cantoni nella messa celebrata a Roma il 10 ottobre 2022, all’indomani della canonizzazione – risvegli il nostro prenderci cura gli uni degli altri, senza escludere nessuno. Tutti, infatti, siamo responsabili della “cultura dell’incontro”, l’unica capace di costruire un mondo più giusto e fraterno, un mondo migliore".

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