L'intervista

40 anni di Briantea84. Il presidente Tomaselli: "Tra 40 anni vedo una società con una casa tutta sua"

"Sarà un posto ospitale in cui le persone possono trovarsi, creare progetti, stare insieme piacevolmente con spirito costruttivo. Intorno una miriade di atleti che fanno sport in maniera integrata e senza barriere"

40 anni di Briantea84. Il presidente Tomaselli: "Tra 40 anni vedo una società con una casa tutta sua"
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Sono passati 40 anni da quando la Briantea84 è stata fondata da Alfredo Marson. 40 anni di inclusione, iniziative, progetti e successi. 40 anni che non possono certo essere un traguardo, ma solo una pietra miliare verso il futuro. E il futuro di questa società è impersonificato proprio dal nuovo presidente, il successore di Alfredo, Gianantonio Tomaselli.

Qual è il futuro di Briantea?

"Vorremmo aumentare gli sport da offrire ai nostri atleti e vorremmo aumentare anche il numero di atleti che fanno sport qui da noi. Questo secondo obiettivo è la cartina tornasole della nostra attività: più atleti abbiamo, più stiamo facendo del bene perché vuol dire che portiamo dei ragazzi fuori casa a praticare sport e coinvolgiamo anche i loro genitori. Poi pensiamo sempre a nuove iniziative per allargare e far conoscere il mondo della Briantea84".

Allargarsi verso chi?

"Stiamo cercando di introdurre nella nostra offerta nuove attività sportive per aprirci anche a ragazzi con disabilità più gravi e ai quali al momento non potremmo far fare sport. Però mi piacerebbe anche far venire da noi ragazzi normodotati come Margherita (ragazza di 10 anni che milita nella formazione giovanile di basket in carrozzina, ndr) o con disabilitò lievi. In Germania, ad esempio, è consueto che anche i ragazzi normdotati si cimentino nel basket in carrozzina. Ci piacerebbe fosse così anche da noi".

E qual è l’obiettivo ultimo di questo «allargarsi»?

"Il mio sogno è quello di creare un’oasi di sport praticato non per vincere a tutti i costi, senza quell’esasperazione di agonismo, ma per stare insieme, per conoscersi e divertirsi".

Ma l’invito è esteso anche a volontari, collaboratori e sponsor. Perché dovrebbero farlo?

"Innanzitutto per se stessi. E lo dico sia per esperienza personale, sia per l’esperienza di persone a me vicine. Il comune denominatore è la gioia e il benessere di rimanere in contatto con questo mondo che ti restituisce tanto. Poi lo si può fare anche per rendersi utili in una realtà molto particolare: il connubio tra assistenza sociale e sport è qualcosa che dà molteplici aspetti positivi, sia a se stessi sia alla collettività".

Aumenteranno, quindi, gli appuntamenti culturali?

"Sì. Puntiamo a divulgare la cultura dello sport e dell’inclusione e lo stiamo facendo da anni con progetti come Be Inspired. Si tratta di un bel progetto che stimola i ragazzi a pensare che la vita può avere deviazioni improvvise, ma alle quali si può reagire in maniera costruttiva. Andare nelle scuole per parlare di queste tematiche vede Briantea portatrice di messaggi di cultura e inclusione. Sono tutte cose il cui seme aveva già piantato Alfredo, che siamo felici di portare avanti e che vorremmo estendere sul territorio nazionale".

Ben 40 anni di Briantea. Ma come vede la Briantea tra 40 anni?

"La vedo come una Briantea84 che avrà una casa tutta sua, lo spero davvero. Sarà un posto ospitale in cui le persone possono trovarsi, creare progetti, stare insieme piacevolmente con spirito costruttivo. Intorno una miriade di atleti che fanno sport in maniera integrata e senza barriere, con l'intento di stare bene insieme e senza l'assillo di dover primeggiare, ma con l'idea di fare movimento e cultura. L'obiettivo vorrei che sia la crescita personale".

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