Il caso

A Cantù il corteo dell'associazione islamica Assalam: "Chiediamo libertà di culto per noi e i nostri figli"

Nonostante la pioggia centinaia di partecipanti.

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Un corteo per chiedere il rispetto dei diritti civili e del diritto di culto. E’ questa la finalità della manifestazione, organizzata dall’associazione culturale islamica Assalam che si è svolto oggi, sabato 3 dicembre 2022. Nonostante la pioggia centinaia i presenti. Dispiegamento anche delle Forze dell'ordine con pattuglie di Polizia di Stato, Carabinieri e Polizia locale nell'ottica di garantire l'ordine pubblico.

A Cantù il corteo dell'associazione islamica Assalam

Il ritrovo è stato al centro culturale in via Milano 127/d con partenza alle 14.30. Il corteo ha poi percorso via san Giuseppe, svoltando poi in via Italia proseguendo per via Fossano fino in via Matteotti, per raggiungere largo XX Settembre. Tra i partecipanti anche il consigliere regionale Pd, Angelo Orsenigo, il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Raffaele Erba, i consiglieri comunali di Cantù, Vincenzo Latorraca, Antonio PaganiFrancesco Pavesi e Rosario Enea e Carmen Colomo, ex consigliere comunale a Mariano per il Movimento 5 Stelle, oltre a Roberto Tagliabue, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle.

Una volta arrivati davanti all’ex Comune, a tutti i presenti è stata consegnata una lettera, nella quale l’associazione chiede un incontro con l’Amministrazione comunale per riaprire il dialogo e risolvere l’annosa questione del capannone di via Milano, dove ha sede l’associazione.

Il Movimento 5 Stelle: "Vicinanza al centro culturale"

Erba, Enea, Tagliabue e Colomo hanno dichiarato: “Oggi abbiamo accolto l’invito a partecipare al corteo per dare un forte segnale di vicinanza al centro culturale “Assalam”. Nonostante la pioggia, moltissime persone hanno sfilato in corteo per dimostrare vicinanza e solidarietà ad un’associazione che nel corso degli anni si è resa protagonista di una crescente e pacifica integrazione attraverso diverse iniziative sociali apprezzabili. I partecipanti alla manifestazione hanno dimostrato come una moltitudine silenziosa, pur lontana dai riflettori, può esprimere quanto sia sentita la volontà di pace, integrazione e fratellanza con chi professa fedi religiose diverse dalla nostra. E’ curioso che la maggioranza del Consiglio Comunale di Cantù invochi il rispetto della legalità per negare il diritto di culto quando in diverse occasioni i politici del centrodestra sono stati coinvolti in inchieste giudiziarie”.

Il caso

L’immobile è di proprietà di Assalam, che secondo quanto previsto nel Piano di Governo del Territorio, vi ha collocato il proprio centro culturale. Però, dapprima con la legge regionale - poi dichiarata incostituzionale - che subordinava l’apertura di luoghi di preghiera alla realizzazione di un Piano delle attrezzature religiose, successivamente per l’insufficienza dei parcheggi a disposizione del centro culturale, l’Amministrazione comunale ha sempre osteggiato l’apertura del centro islamico. A seguito di uno dei controlli effettuati dalla Polizia locale di Cantù, qualche anno fa è stata rilevato che i presenti svolgevano la preghiera malgrado il divieto. Da quel momento è partito un lungo e tortuoso iter giudiziario - dal punto di vista della giustizia amministrativa - con sentenze a favore e contro sia il Comune sia l’associazione: ora si è arrivati al punto che il Comune potrebbe annettere l’immobile nel patrimonio comunale. Da qui l’idea di un corteo pacifico sostenuto da molte associazioni del territorio.

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