A piedi dal Papa con l’infermiere che gli ha salvato la vita
Il Giornale di Olgiate regala ai lettori di Primacomo.it le più belle storie raccontate nel corso del 2021 sulle pagine del nostro settimanale.

Un turbinio di emozioni, difficile da spiegare a parole: cinque giorni di camminata seguendo la via Francigena, da Viterbo a piazza San Pietro, per un totale di 138 chilometri, lottando contro la fatica e sognando l’incontro con papa Francesco. L’avventura vissuta da Andrea Merlo, 26enne ronaghese, ha i caratteri di un romanzo, anche alla luce di ciò che ha dovuto affrontare nell’ultimo anno e mezzo.
A piedi dal Papa con l’infermiere che gli ha salvato la vita
Era l’8 marzo del 2020 quando è stato ricoverato per Covid e, successivamente, indotto in coma farmacologico. Un tunnel lungo 12 giorni, prima del risveglio e della lenta riconquista della quotidianità. Da allora è iniziata una seconda vita di emozioni e di traguardi: dalla proposta di matrimonio fatta alla sua ragazza Lisa Gazzotti, con cui convolerà a nozze il 3 settembre 2022, al lungo viaggio dell’ultima settimana.
«Un anno fa, Valerio Mautone, l’infermiere che mi ha assistito in ospedale, ha fatto il cammino in solitaria - racconta Merlo - Mentre era in viaggio ha pensato che sarebbe stato bello portare anche me. Così, negli ultimi 12 mesi, ci siamo dedicati a organizzarlo. A fine giugno mi ha comunicato che, con il prefetto della Santa sede, aveva trovato il modo per essere ricevuti dal Papa. La ciliegina sulla torta di un viaggio che già mi entusiasmava». Partenza giovedì 26 agosto da Como con arrivo a Viterbo in serata. Poi, il giorno dopo, l’inizio del pellegrinaggio, accompagnato da Valerio, da suo fratello Raffaele Mautone e dal capo infermiere del cardiocentro di Lugano Stefano Bernasconi. In ognuna delle cinque tappe, dai 20 ai 30 chilometri, i pellegrini hanno lasciato un kit di tamponi rapidi. «E’ stato un viaggio duro - ammette il 26enne - Arrivato in San Pietro, dove mi aspettava la mia famiglia, sono scoppiato in un pianto liberatorio, ripensando alla mia storia. Devo ringraziare Valerio, che mi ha supportato durante il percorso. Abbiamo un rapporto speciale». Fatica ripagata, però, mercoledì primo settembre, dall’incontro con il Santo Padre.
«Quando ho saputo che saremmo stati insieme ad altre 3.000 persone ho perso un po’ di entusiasmo - racconta - Poi, però, papa Francesco si è avvicinato a noi e Valerio, ricevuto anche l’anno scorso, gli ha ricordato l’episodio. Ho avuto, così, il piacere di raccontargli brevemente la mia esperienza con il Covid ma, più che a parole, abbiamo comunicato con lo sguardo e tenendoci per mano. Mi ha rasserenato. Gli ho fatto vedere un libro di padre Giuseppe Ambrosoli e un prospetto del museo dell’Arciconfraternita della Buona Morte di Lugano, in cui lavoro. Mi ha risposto: “A te però non piace la buona morte, ma la bella vita”». Parole che riassumono pienamente il percorso di Merlo, trionfo della vita, oltre le difficoltà della pandemia.
Simone Dalla Francesca
(Giornale di Olgiate, 4 settembre 2021)