Addio all'alpino Giacomino: una vita spesa nel volontariato
Aveva 79 anni

Una vita dedicata al lavoro e al volontariato, senza tante parole ma con il sorriso: Albavilla piange l’alpino Giacomo Colombo, scomparso a 78 anni. Lascia la moglie Pinuccia e la figlia Loretta.
Una vita dedicata al volontariato
Originario di Molena, era conosciuto e apprezzato da tutti per il suo grande impegno per il territorio, profuso sia come Alpino, ma anche come volontario di Protezione civile e in più realtà locali, sempre per il paese. Muratore di professione, da qualche tempo collaborava con l’Istituto San Vincenzo di Albese dove aveva tenuto alcune lezioni con i ragazzi.
A ricordarlo con affetto è il vicesindaco Roberto Ballabio, volontario di Protezione civile e amico di Giacomo. «E’ sempre stato un volontario disponibile e presente: era l’uomo del silenzio, parlava con i sorrisi e soprattutto con tanti fatti - così ricorda Ballabio - E’ sempre stato un Alpino e ha collaborato a lungo con la Protezione civile: si impegnava con le Penne nere nella manutenzione del paese, dei monumenti, per la parrocchia di Carcano con la chiesetta e il piazzale, spesso con Pietro Garofoli, di cui era il braccio destro. Era stato molto contento della nostra decisione di intitolare a Garofoli il gruppo di Protezione civile e recentemente era presente all’evento che gli abbiamo dedicato».
Il suo impegno si era esteso anche al Crotto degli Alpini, recentemente acquisito dal Comune. «Era stato contento dell’acquisto del Crotto - prosegue Ballabio - Provvedimento che anche lui stesso aveva sostenuto. Si occupava anche della sua gestione e in più occasioni era presente in prima fila, anche ultimamente che stiamo realizzando un frutteto didattico proprio lì. Era sempre presente con i giovani, con il suo cappello da Alpino. E sempre con i giovani, con i miei alunni della San Vincenzo, aveva tenuto alcune “lezioni” sulla costruzione di muretti a secco, a Carcano: è infatti sempre stato muratore».
Colombo faceva parte anche del gruppo degli Amici di Molena, sua frazione d’origine. «Con il gruppo teneva pulita l’area della chiesina di Loreto, facevano potature, taglio erba e manutenzione - ancora Ballabio - Si è impegnato per il nostro territorio in tanti modi. Lo ricordo come un amico, un uomo buono che si è speso per il prossimo, di indole alpina e volontario vero. Era una persona mite: non lo ho mai visto arrabbiato, aveva sempre un sorriso per tutti».