Ancora qualche giorno e poi Alberto Rigamonti non sarà più il presidente di Casa Prina, a Erba.
“Lascio un fardello non da poco”
Entrato alla guida del Consiglio di Amministrazione nel 2020, in pieno Covid, proprio per gestire l’emergenza sanitaria, su richiesta dell’allora sindaco Veronica Airoldi, non solo ha traghettato la rsa fuori da quell’emergenza ma lascia una struttura rinnovata e moderna, anche se con importanti lavori ancora da portare a ultimazione definitiva, come il Super Bonus 110. “Se non fosse stato per Veronica non lo avrei mai fatto – dice – Era un momento difficilissimo, ancora mi viene un nodo alla gola se ci penso”.
In merito al suo addio, spiega: “Se mi dispiace andare via adesso, con alcuni progetti ancora in itinere? Sì, anche perché lascio un fardello non da poco al prossimo presidente. Ma spero, insieme al mio gruppo, di aver fatto qualcosa di buono. Sono stati cinque anni importanti e difficili e del resto continuare non sarebbe neanche giusto: anche tutti gli altri presidenti hanno sempre fatto cinque anni. E’ un incarico volontario, ma dal punto di vista di fatica e gestione è praticamente un mestiere”.
Rigamonti ha avuto dalla sua un consiglio di professionisti seri su cui poter contare: “Mi piace dire che ero il presidente di un Cda di presidenti (Alberto Croci del Lariosoccorso, Umberto Filippi dell’Ute e per un anno del Lions club Erba, Luigi Cabano dell’Aspae, Luigi Villa, nei primi anni ancora degli Alpini, prima di lasciare, ndr). Ho potuto delegare a ciascuno di loro una mansione specifica, che hanno svolto tutti in maniera ineccepibile, e fare quindi scelte importanti per arrivare a riconsegnare una struttura in salute, rinnovata, ringiovanita, domotizzata, con i pannelli solari”.
Struttura rinnovata, domotizzata e al servizio dei suoi ospiti
E non è tutto: è stata effettuata l’informatizzazione completa di tutte le cartelle cliniche ed è stata istituita e introdotta la figura di un legale interno, che se era in un primo momento stato pensato per la sorveglianza di tutti i documenti del Super Bonus 110, si è rivelata una scelta azzeccata per dirimere anche le controversie quasi quotidiane tra problemi, donazioni, gestioni. “E’ un cantiere che si concluderà al 31 dicembre per un totale di 13-15 milioni di euro, quindi si capisce bene di che portata stiamo parlando”, dice sul bonus.
E ancora tante erano le idee in canna, come la telemedicina, con consulti a distanza di cardiologi, neurologici, specialisti: “C’è tutta la questione delle rsa che sono ormai sempre più ospedalizzate, con ospiti che entrano spesso già allettati e devono venir gestiti senza avere i necessari contributi sanitari dalla Regione e le giuste capacità. Eppure cerchiamo di gestire tutto internamente, di spostare l’ospite solo in casi di estrema necessità: la telemedicina potrebbe essere una soluzione ai consulti e una gratificazione per gli infermieri interni che tanto fanno”.
E proprio ai 256 operatori della struttura, Rigamonti ha scritto una lettera: “Il mio mandato è giunto alla fine – scrive – Ho conosciuto molti di voi: vi ho sorvegliati anche da lontano e mi avete stupito, per la vostra professionalità e i modi di fornire assistenza e cura ai fragili, agli allettati, agli ospiti che assomigliano sempre più a pazienti di lungodegenze. Grazie per quello che fate e conservate sempre curiosità, voglia di studiare, voglia di imparare, voglia di mettervi in gioco”.