Alla Città dei Balocchi di Cernobbio arriva il Circo Zoé
L’appuntamento è per le giornate di giovedì 29, venerdì 30, sabato 31 dicembre e domenica 1 gennaio, spettacolo unico alle 16
Alla Città dei Balocchi a Cernobbio arriva una delle compagnie di circo contemporaneo più famose, Circo Zoé, che porterà la magia e il senso della meraviglia della propria arte con “Naufragata”, uno spettacolo accattivante e poetico, in cui circo e musica creano un mondo atemporale dove “naufragare”.
Alla Città dei Balocchi di Cernobbio arriva il Circo Zoé con "Naufragata"
L’appuntamento è per le giornate di giovedì 29, venerdì 30, sabato 31 dicembre e domenica 1 gennaio, spettacolo unico alle 16. L’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti disponibili nello Chapiteau Tanguran montato all’interno del parco di Villa Erba di fronte al lago.
Naufragata, lo spettacolo
Regia Circo Zoé. Di e con Diego Zanoli, Marco Ghezzo, Chiara Sicoli, Anouck Blanchet, Adrien Fretard, Gael Manipoud, Simone Benedetti, Yoann Bretondi e con Diego Zanoli, Marco Ghezzo, Chiara Sicoli, Anouck Blanchet, Adrien Fretard, Gael Manipoud, Simone Benedetti, Yoann Breton.
Sulle rive del Mediterraneo soffia il vento, gonfia le vele dei bastimenti carichi d’immaginazione e di poesia. I profumi si fondono, come gli echi di suoni lontani. Solcando le onde della creatività, Circo Zoé invita a far parte di un viaggio inedito, al ritmo dei tamburi che scandiscono i movimenti, sulle note della fisarmonica che accompagna le evoluzioni dell’equipaggio.
La necessità del movimento, non sostare per non arrivare mai. Sapere e la nostra arte come la nostra vita si genera dal cambiamento, dal movimento perpetuo. Le isole non sono che sogno vano, perché il giorno in cui penseremo di essere arrivati allora sarà la nostra fine. Ora respiriamo quell'aria di soave leggerezza e soddisfazione che ci conduce a voler ripartire esattamente da quel punto di arrivo, perché quel punto di arrivo non sia la fine, bensì parte viva di quel moto perpetuo che ci rende oltre che esseri viventi, artisti che non cercano una terra ferma sulla quale approdare.
Il viaggio corsaro è qualche cosa di più di una metafora per il nostro spettacolo, è quella sottile, ma profonda linea di congiunzione che da sempre associa l'itineranza di una compagnia di circo al viaggio in mare di un vascello o una nave corsara. Allora, la nostra necessità è quella di raccontare l'impossibilità di arrivare, ed ogni volta al posto di approdare e scendere, si riparte ma si resta vivi.
“…e il Naufragar m’é dolce in questo mare”
Circo Zoé è un collettivo formato da artisti di circo, musicisti, tecnici, costruttori, amministratori, sarti, amici, famiglie, amori, figli, filosofi, rivoluzionari, pirati, con la necessità comune di costruire un’avventura nomade portatrice di un sapere artigianale, manuale e concreto e poetico, ma con lo sguardo sempre rivolto oltre l’orizzonte. Circo Zoé si nutre delle differenze linguistiche e culturali senza cercare un’appartenenza se non quella del luogo con cui crea una dialettica di osservazione reciproca.
Il manifesto del circo
"Il circo è vita, è Zoé. È la nostra vita, la nostra creazione, la nostra opera d’arte. La parte più terrena, ancestrale, legata alla terra come una profonda necessità vitale. La più eterea, la libertà, il sogno. “Uomini tornate alla terra” affermava Zarathustra. Il nostro circo è terra e anima, nato per difendere quell’energia creatrice e generatrice capace di elargire esistenza. Dove non esiste vita separata dall’opera d’arte coincidono per necessità il sacro e il profano, lì si inseguono attraverso il vero e la rappresentazione. Zoé è la vita naturale, nuda. E allora scegliamo l’itineranza, il gruppo e l’autonomia, in opposizione alla produzione d’arte. L’itineranza è necessità in movimento. O così o niente. Perché siamo viscere e organi quando il corpo detta le regole del gioco. Siamo la necessità del corpo come il gesto che ne deriva, onesto e concreto. Ma il nostro è il mondo delle illusioni, quello spazio di esistenza all’interno del quale esprimiamo la nostra massima sfida e la più misera delle sconfitte, ad ognuno la propria. Potenza e miseria, eterni e terreni, drammatici e ridicoli, poeti e manovali".