Caslino d'Erba

Apicoltore espone al mercato uno striscione contro la guerra a Gaza e viene multato

Si tratta di Marco Borella dell'azienda agricola caslinese Api e Nanni.

Apicoltore espone al mercato uno striscione contro la guerra a Gaza e viene multato
Pubblicato:

E' balzata agli onori delle cronache la notizia della sanzione all'erbese che ha mostrato il messaggio sul suo banchetto

Accusato di fare propaganda politica

Da un paio di mesi Marco Borella, educatore e apicoltore con azienda agricola a Caslino d'Erba, tiene sul suo banchetto del miele lo striscione "Stop bombing Gaza - Stop genocide". Ma durante l'esposizione dei suoi prodotti al mercato di Desio, a qualcuno quel messaggio non è piaciuto e  sono stati chiamati i Carabinieri. Le forze dell'ordine hanno chiesto a Borella di rimuoverlo, pena una sanzione. L'apicoltore è rimasto fermo sulle sue posizioni, nonostante gli venisse contestato il fatto di "fare propaganda politica non autorizzata".

Una sanzione di 430 euro

"Il mio messaggio è di pace e non offende nessuno, non viola diritti e soprattutto non istiga all'odio raziale, né etnico o culturale, né di genere o religioso - ha spiegato Borella - Chiedo semplicemente, con lo striscione, che venga posta fine a un genocidio. Al mio rifiuto mio toglierlo i carabinieri hanno chiamato un collega di grado superiore che,  quando  è  arrivato, mi ha fatto un verbale con una sanzione di 430 euro".

Repressione del dissenso

Per l'apicoltore caslinese la vicenda è una "repressione del dissenso, un modo per mettere in silenzio chi chiede la fine di questa guerra disumana. E io non voglio togliere lo striscione perché abbiamo bisogno che di questo massacro indiscriminato se ne parli".

Si è accesa la polemica politica

Una prima condanna per quanto accaduto è arrivata dai segretari del Partito Democratico delle province di Monza e Brianza, e di Como Lorenzo Sala e Carla Gaiani: "Come Federazioni del Partito Democratico di Monza e Brianza e di Como condanniamo fortemente quanto accaduto. A Marco Borella e a quanti manifestano per la pace tutto il nostro supporto e la nostra solidarietà”.
La vicenda è approdata anche in Consiglio provinciale di Monza e Brianza. Il capogruppo della lista di centrosinistra Vincenzo Di Paolo ha espresso solidarietà rimarcando che "vicende come questa mettono in discussione la libertà di espressione. Il desiderio di pace non è un crimine, siamo ancora liberi di poter dire Stop al genocidio".

Seguici sui nostri canali