Sanità

Avviati i primi trattamenti con la terapia di combinazione per il Parkinson

Si tratta di un farmaco di recente introduzione in Italia, che viene somministrato in infusione sottocutanea.

Avviati i primi trattamenti con la terapia di combinazione per il Parkinson
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All’ospedale Sant’Anna di Como, il Centro Parkinson e Disturbi del Movimento di Asst Lariana nel mese di dicembre 2024 ha iniziato i primi trattamenti con la terapia di combinazione a base di foslevodopa/foscarbidopa. Si tratta di un farmaco di recente introduzione in Italia, che viene somministrato in infusione sottocutanea.

La malattia

Il dottor Giampiero Grampa, primario della Neurologia nonché direttore del Dipartimento Gestionale di Neuroscienze di Asst Lariana sottolinea:

"La malattia di Parkinson è una patologia neurodegenerativa caratterizzata dalla variabile compresenza di tremore a riposo, rallentamento nei movimenti e rigidità muscolare, sintomi che rispondono bene alla somministrazione orale di Levodopa. Tuttavia, nelle fasi avanzate della malattia, le oscillazioni delle concentrazioni plasmatiche di Levodopa e l’avanzamento della denervazione a livello di strutture cerebrali note come “gangli della base”, possono causare le cosiddette “fluttuazioni motorie”, ovvero blocchi motori (peggioramento dei sintomi con irrigidimento, freezing del cammino, aumento del rischio di caduta) e/o discinesie (movimenti involontari eccessivi degli arti e/o del tronco, che disturbano l’esecuzione di movimenti volontari)".

La terapia

Un'innovativa terapia di infusione sottocutanea a base di foslevodopa/foscarbidopa, che consente una somministrazione continua, garantendo un controllo stabile dei sintomi della malattia di Parkinson, anche nella fase del riposo notturno, è disponibile anche in Italia, da poco meno di un anno.

La somministrazione del farmaco avviene grazie ad una piccola cannula inserita nel sottocute, collegata ad una pompa di infusione che può essere regolata secondo differenti velocità di infusione, a seconda delle esigenze del singolo paziente.

Spiega la neurologa Federica Arienti:

“Abbiamo posizionato il primo dispositivo nel mese di dicembre e abbiamo riscontrato un ottimo controllo dei sintomi nella paziente, garantendone una migliore qualità di vita e una maggiore autonomia nelle attività di vita quotidiana”.

Ad oggi i pazienti in trattamento con questa nuova metodologia sono due e un terzo paziente è in fase di valutazione. Conclude Arienti:

“I pazienti eligibili sono quelli con malattia di Parkinson avanzata e fluttuazioni motorie - conclude la dottoressa Arienti - La scelta è fatta sulla base di criteri clinici che vengono valutati in sede di visita”.

Assieme a Grampa e Arienti, al Centro Parkinson e Disturbi del Movimento di Asst Lariana all’ospedale Sant’Anna lavorano anche il dottor Alberto Sampietro, la dottoressa Laura Pierguidi e il dottor Luca Perini.

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