Cantù, i giovani di Assalam raccontano il Ramadan: "Non riunirci è come trascorrere il Natale da soli"
L'associazione ha aperto un lungo contenzioso con l'Amministrazione canturina per gli spazi di via Milano 127
"Volerci impedire di celebrare tutti insieme il Ramadan è come obbligare i cristiani a trascorrere il Natale da soli a casa". Con un messaggio molto semplice quanto d’effetto i giovani del centro culturale islamico Assalam di Cantù, tutti tra i 14 e i 25 anni, cercano di trasmetterci la tristezza che lì pervade nel non avere un luogo dove celebrare questo importantissimo periodo dell’anno per chi professa la fede musulmana.
Cantù, i giovani di Assalam raccontano il Ramadan: "Non riunirci è come trascorrere il Natale da soli"
Gli spazi di via Milano 127, acquistati dall’associazione Assalam con più di 800.000 euro raccolti grazie agli sforzi dei fedeli, sono noti a tutti a Cantù per via della vicenda legale che da anni va avanti con l’Amministrazione comunale che non vuole che quel luogo venga utilizzato come spazio di preghiera.
In pochi, però, sanno cosa rappresenti davvero questo luogo per la nutrita comunità musulmana del territorio canturino. E soprattutto per i giovani che, mercoledì 22 marzo 2023, a poche ore dall'inizio del mese sacro del Ramadan, ci hanno aperto le porte di questo spazio, ci hanno offerto un tè e, seduti sul tappeto della preghiera, ci hanno raccontato cosa significhi essere un italiano-musulmano di seconda generazione.
E' uno spazio dove cerchiamo di allineare le nostre due culture, quella italiana e quella araba - ci hanno raccontato - Organizziamo laboratori per i bambini, lezioni di italiano e di arabo affinché chi è da poco in Italia possa imparare la lingua, ma anche che chi come me è nato qui non dimentichi le proprie radici".
Il servizio sul Giornale di Cantù da sabato 25 marzo 2023 in edicola
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