Celebrazioni del 25 aprile a Mariano, il sindaco: "Esperienza dimenticata dalla guerra in Ucraina"
L'appello alla pace di Giovanni Alberti: "E a praticare il coraggio di interrompere le ostilità, il coraggio di ritirare l'invasione e di ricostruire"
Come da tradizione anche a Mariano Comense sono andate in scena le celebrazioni per la ricorrenza del 25 aprile. Un'occasione per un appello alla pace fatto dal sindaco, Giovanni Alberti.
Celebrazioni del 25 aprile a Mariano, il sindaco: "Esperienza dimenticata dalla guerra in Ucraina"
In occasione della ricorrenza della Liberazione, che segnò la fine della Seconda guerra mondiale e l’inizio dello Stato democratico repubblicano, l’Amministrazione comunale ha inviato tutti i cittadini, le associazioni, le organizzazioni ed i gruppi operanti sul territorio a partecipare all’evento. Alle 9.45 c'è stato il ritrovo delle autorità e della cittadinanza al cimitero della frazione di Perticato per la deposizione della corona. Alle 10, insieme all’Anpi, la commemorazione ai caduti marianesi del 26 aprile 1945 di fronte alla targa della sala civica. Successivamente il corteo si unirà alle scolaresche e alle associazioni combattentistiche e d’arma al Palazzo comunale, poi lo spostamento al Monumento dei caduti, sempre accompagnati dalle musiche dell'Antico e premiato corpo musicale città di Mariano, per la deposizione della corona e la commemorazione.
Qui a prendere parola è stato il primo cittadino, Giovanni Alberti.
"Nella ricorrenza vorrei esprimere un sincero ringraziamento per l'impegno di tutte le Forze dell'ordine, che contribuiscono in maniera decisiva a non dimenticare quanti hanno lottato per la difesa degli ideali di indipendenza e libertà. Si tiene così viva la memoria di uno dei periodi più drammatici della nostra storia e si trasmettono i valori della resistenza del nostro paese dall'oppressione nazifascista. A pagare furono le popolazioni civili contro cui si scagliarono le rappresaglie. Fu quella una crudele violenza contro l'umanità, con crimini incancellabili. Il 25 aprile rappresenta la data fondativa della nostra democrazia, rappresenta la festa civile della riconquista della libertà.
E' bene oggi chiedersi dopo tanti anni, cosa significhi oggi parlare di resistenza ed è tanto più necessario in un tempo come quello che viviamo, nel quale l'orizzonte appare oscurato dall'angoscia e il futuro nascosto dall'incertezza. Un'esperienza che sembra dimenticata in questo ultimo anno da chi manifesta disinteresse per le sorti della libertà delle persone, accantonando valori comuni su cui si era costruita, negli ultimi decenni, la pacifica convivenza tra popoli. Stiamo assistendo, ormai da più di un anno, con profondo senso di angoscia, a scene di violenze su civili, anziani, donne e bambini, all'uso di armi che devastano senza pietà. L'attacco violento della Russia al popolo ucraino, la pretesa di dominare un altro popolo e invadere uno Stato indipendente, ci riporta alle pagine più dure dell'imperialismo e del colonialismo".
Poi l'appello alla pace: "E a praticare il coraggio di interrompere le ostilità, il coraggio di ritirare l'invasione e di ricostruire. La straordinaria conquista della libertà, costata sacrifici e sangue ai popoli europei, non può essere rimossa o cancellata. Sappiamo però che la libertà non è mai acquisita una volta per sempre, per esse occorre impegnarsi senza riserve".
Alle 11 il corteo si è diretto al cimitero del capoluogo con la deposizione della corona all’altare dei caduti, dove c'è stato un omaggio alle tombe dei partigiani. Chiusura alle 11.30 con la messa alla chiesa parrocchiale di Santo Stefano.