il racconto

Chiara, la sua battaglia contro l'ansia e l'aiuto di Casa Enrico: la sfida (vinta) dell'inserimento lavorativo

Agorà 97 ha decritto il percorso rabilitativo della sua ospite e il fondamentale ruolo giocato dall'istituzione scolastica

Chiara, la sua battaglia contro l'ansia e l'aiuto di Casa Enrico: la sfida (vinta) dell'inserimento lavorativo
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La società ha la responsabilità di creare ambienti inclusivi e accoglienti per le persone con disabilità, eliminando le barriere che impediscono loro di partecipare pienamente alla vita comunitaria e di godere dei propri diritti. Questo può comportare la promozione dell'accessibilità fisica e sociale, l'offerta di servizi e programmi individualizzati, e la sensibilizzazione pubblica sulla disabilità e sui diritti delle persone con disabilità.

Chiara, la sua battaglia contro l'ansia e l'aiuto di Casa Enrico

Agorà 97 racconta la storia di Chiara che ha fatto il suo ingresso nella Comunità Casa Enrico ad Albiolo il 26 maggio del 2015 e che nonostante i suoi limiti, da subito si è mostrata una persona portatrice di grande entusiasmo e desiderio di mettersi in gioco. Chiara è una donna sensibile, altruista e attenta ai bisogni dell’altro, sempre pronta ad offrire supporto ai compagni anche nelle situazioni di difficoltà.

L’ansia che la accompagna da tempo, in alcuni giorni si fa sentire più forte rendendole difficile il compimento delle normali azioni di vita quotidiana ma nonostante questo, Chiara ha sempre seguito i programmi riabilitativi proposti sia individuali che di gruppo: ha imparato la condivisione all’interno del gruppo, grazie al supporto degli operatori che la seguono, con i quali si è legata affettivamente; ha sviluppato una buona compliance e soprattutto ha trovato, nella dimensione comunitaria di Casa Enrico, il gusto e il senso dello “stare a casa”.

La sfida (vinta) dell'inserimento lavorativo

Ed oggi? Lo chiediamo a Monica Testori, coordinatrice di Casa Enrico: “Mi piace iniziare con questa frase simbolica 'Come quando la piccola rondine, sfamata dalla mamma e cresciuta al punto da avere ali abbastanza grandi e forza di lanciarsi nel cielo infinito, Chiara, ci ha chiesto di poter volare'. Abbiamo allora strutturato, grazie alla vicecoordinatrice Eleonora Centonze che se ne è occupata in prima persona, un progetto di inclusione insieme ad alcuni plessi delle scuole medie ed elementari della zona, tra cui Valmorea, per provare ad introdurre Chiara nel contesto scolastico con delle mansioni lavorative”.

Chiara ha sempre dimostrato ed espresso il grande bisogno di operosità e l’apertura del territorio e la positiva risposta delle istituzioni ha permesso di percorrere la strada dell’inserimento lavorativo. Grazie alla piena collaborazione del Dirigente scolastico del comprensorio di Valmorea Massimiliano Branchini, dei suoi collaboratori e a quella dei Servizi Sociali e del SIL di Como, si è attuata la possibilità di iniziare un tirocinio lavorativo all’interno della scuola di Valmorea per rispondere al bisogno di Chiara di sentirsi viva e utile facendo qualcosa all’interno della società.

“La scuola sta ponendo sempre piu’ attenzione al tema dell’inclusione sia da un punto di vista umano che di integrazione e apertura con il territorio. Inclusione non è piu’ una semplice parola ma un modo di essere che si concretizza nella quotidianità in momenti di condivisione e collaborazione - dichiara Branchini - Abbiamo accolto veramente con entusiasmo, come un’azione di reciproco scambio,
l’inserimento di Chiara nella nostra Scuola. Solare, attiva, volenterosa si è subito fatta ben volere da tutti e, quando si va all’essenza delle cose ci si arricchisce umanamente. Ringrazio anche i collaboratori ed operatori della scuola che vivono, grazie alla presenza di Chiara momenti di grande serenità e sensibilità”.

“L’inserimento lavorativo di Chiara è un vero esempio della possibilità di declinare la parola 'disabilità' verso il concetto 'nuove abilità' - sottolinea Monica Testori - Mossi dal desiderio di aiutare le persone a capire che non esiste limite nella possibilità di evolvere, abbiamo compreso che era arrivato il momento di lasciare andare Chiara, in nome della fiducia che abbiamo sempre detto di avere in lei, pronti a scommettere che ce l'avrebbe fatta, pronti ad affrontare "con lei" qualsiasi ostacolo. Chiedere è sempre lecito, provare è un diritto: grazie all'ascolto e alla sensibilità di chi ha accolto la nostra proposta, ora Chiara si sta sperimentando, si sta relazionando, si sta provando con il mondo, là, fuori...da lontano la guardiamo, la proteggiamo sempre e comunque ma, fiduciosi nella preziosità delle persone che l'hanno accolta, le abbiamo dato la libertà di provare a volare".

E Chiara come sta vivendo questa nuova esperienza di vita? Gli occhi le brillano, un sorrisetto le sfugge e, quando si prepara per andare alla scuola di Valmorea, con il linguaggio del corpo, ci parla e ci dice che è felice e ha tanta voglia di vivere...

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