Chiude il centro migranti, il PD: "Sfruttiamo quella struttura per i senzatetto"
I dem: "Il problema dei migranti non si risolve così".
Dopo il trasferimento improvviso di 80 ospiti dal centro migranti di via Regina a Como, ieri mercoledì 12 settembre è stato annunciato dal Ministero dell'Interno che entro la fine dell'anno la struttura verrà chiusa. Se la decisione di trasferire improvvisamente un gruppo di ospiti non era piaciuta né a Caritas né al Partito Democratico, già si pensa a come potrebbe essere riutilizzata quella struttura.
Braga e Orsenigo: "Cosa accadrà quando avverranno altri respingimenti dalla Svizzera?"
“Il trasferimento dei richiedenti asilo si poteva fare anche con altre modalità, più rispettose delle persone, che di punto in bianco dovranno aprire un nuovo capitolo della loro complicata vita. Più rispettose del lavoro svolto dal volontariato, che ha collaborato e spesso supplito alle difficoltà delle istituzioni nell’assistenza e nella gestione dell’accoglienza. Più rispettose di Como e dei suoi cittadini, che in mille modi si sono prodigati in questi anni per dare una consistente mano a gestire una situazione non semplice”. Lo dicono Angelo Orsenigo e Chiara Braga, consigliere regionale e parlamentare del Pd, a proposito della decisione di spostare gli ospiti della Caritas.
“La collaborazione tra volontariato e istituzioni è stata un punto di forza del territorio e indebolirla significa indebolire il vero presidio di fronte a una situazione sociale e umana che non si chiude certo oggi: quando si presenteranno nuovi migranti a Como, anche solo quelli colpiti da respingimenti in Svizzera, si pensa davvero che basteranno le sole risorse umane e materiali della Prefettura o del Comune? O l’obiettivo è confinarli nei grandi centri come quelli di Bologna e Torino? C'è chi lo auspica, è vero. Ma è una politica miope”, aggiunge Orsenigo.
“Questo modo di operare è un vero e proprio schiaffo alla città di Como che in questi anni ha gestito momenti anche difficili e una situazione di emergenza vera, due anni fa, e aveva dato prova di saperla affrontare, anche grazie al volontariato, alla Caritas, al tessuto sociale sensibile e accogliente. Ma qui, tocca ribadirlo, manca davvero il rispetto, sia di ciò che la città di Como ha sempre saputo mettere in atto, sia, soprattutto, della vita di queste persone che, da un giorno all’altro, vengono spostate come se fossero pacchi e non esseri umani”, conclude Braga.
L'attacco del Pd cittadino: "A breve avremo persone accampate sotto i portici"
“Era nel programma elettorale della Lega perché come sempre non ha dei progetti di integrazione, ma punta solo a ‘eliminarli’, nascondendoli o spostandoli – commentano Stefano Fanetti e Tommaso Legnani, capogruppo e segretario cittadino del Pd –. E questa volta ci è riuscita. Ma la vergogna rimane ed è quella di non aver nemmeno avvisato la Caritas, cioè un’istituzione che a Como ha sempre collaborato con le istituzioni: ci pare appena il caso di ricordare che non appena il Comune ha qualche problema sulle questioni sociali si rivolge subito all’organismo pastorale della nostra Diocesi. Quindi un minimo di coinvolgimento anche in questa decisione ci sembra dovesse essere scontato”.
Adesso, secondo gli esponenti dem, le conseguenze saranno chiare: “Chiudere il centro di accoglienza non risolve nessun problema, anzi: a breve avremo le persone in difficoltà accampate sotto i portici di città murata, abbandonate a se stesse. E sappiamo già a chi la Lega darà la colpa: all’Europa”, aggiunge la consigliera Patrizia Lissi.
La proposta per il futuro
Fanetti, Lissi e Legnani, malgrado il disaccordo con la gestione di questa situazione da parte dell'Amministrazione, fanno una proposta al Comune: “Il campo è praticamente già pronto: ci sono i container, i bagni, gli allacciamenti. Usiamo questi spazi per le persone che non hanno dove andare, per i senzatetto, per chi staziona sotto i portici o a San Francesco. Ci sono le possibilità per accoglierli in tutte le stagioni”.
LA VISITA AL CENTRO MIGRANTI DEL CONSIGLIERE REGIONALE USUELLI