Commemorazione per il 25 aprile con qualche frizione

Commemorazione con qualche frizione oggi, a Erba, per il 25 aprile. Alcuni dei presenti non hanno apprezzato la velocità e la modalità con cui sarebbe stato "liquidato" l'anniversario della Liberazione e lo hanno fatto notare. Al termine dell'intervento del sindaco Mauro Caprani si sono levate, infatti, alcune voci: "Ma nemmeno l'Inno d'Italia?", e "Lo sa che siamo qui per il 25 aprile? Neanche una parola al riguardo?".

Perfino da una delle finestre di Casa Prina, lì accanto, si è sentita una voce maschile che lamentava la mancanza di ricordo di "quello che è stato”. Il 79esimo anniversario della Liberazione prevedeva la messa in chiesa Prepositurale alle 9.30 e poi, a seguire, alle 10.30, la deposizione delle corone d'alloro al Monumento alla Resistenza davanti alla scuola media  "Puecher", prima di spostarsi anche al cippo di Giancarlo Puecher davanti al cimitero  Maggiore.

La messa è terminata qualche minuto prima, così il corteo si è spostato davanti al monumento in anticipo e ha subito dato il via alla celebrazione, che è durata giusto i due minuti del discorso del sindaco: "E' doveroso che si continui a ricordare quella che è stata una delle pagine più buie della storia d'Italia -  ha esordito il primo cittadino - L'anno scorso avevamo solo il fronte doloroso dell'Ucraina aperto, quest'anno si è aggiunto anche quello in Medio Oriente. Impariamo davvero poco dai nostri errori, dal fatto che vittime e distruzioni non portano mai da nessuna parte. Che questa possa essere una giornata simbolica per il nostro Paese, ma anche di speranza per tutti questi popoli".

Per alcuni dei presenti il discorso è stato fuori luogo, lontano dal centrare l'obiettivo della giornata, senza nessun riferimento effettivo al fascismo e non pochi, arrivati proprio a ridosso delle 10.30, si sono lamentati che fosse già tutto finito.

La risposta di Caprani: "Avete voglia di fare polemica anche oggi? Credo che parlare di una delle pagine più buie della nostra storia basti perchè tutti capiscano".

Una volta trasferiti al cimitero Maggiore con Forze dell'ordine e gonfaloni, dove non è stato fatto alcun altro discorso, tra le fila dei presenti è stato fatto partire, in polemica, l'Inno di Mameli prima e poi Bella ciao da un cellulare.

"La commemorazione più veloce del mondo - è stato anche il commento della minoranza presente - Ogni anno sempre peggio".