la cerimonia

Como ha dedicato una piazza a Piercesare Bordoli, fondatore della Famiglia Comasca

Questa mattina l'intitolazione tra via Primo Tatti e via Lambertenghi.

Como ha dedicato una piazza a Piercesare Bordoli, fondatore della Famiglia Comasca
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Stamattina è stata intitola a Piercesare Bordoli, cultore delle tradizioni comasche, la piazza tra le vie Primo Tatti e Lambertenghi. La cerimonia è stata trasmessa in streaming alla città gemellata di Tokamachi.

Como ha dedicato una piazza a Piercesare Bordoli

"Quest’anno abbiamo voluto dare riconoscimenti a molti comaschi illustri attraverso l’intitolazione di luoghi della città - ha esordito il sindaco Mario Landriscina - Da oggi una piazza nel cuore di Como porta il nome di Piercesare Bordoli, cultore delle tradizioni comasche, che ha dato vita a una realtà unica come la Famiglia Comasca. Bordoli era un comasco, prima di ogni altra definizione, che ha amato la nostra città e che si è distinto per la sua appassionata dedizione al territorio, concretizzata in una miriade di progetti, tutti perseguiti con impegno e con infinito amore per Como".

"Ha speso la sua vita lavorativa nel settore bancario, diventando direttore del Banco Lariano. Nel frattempo nel 1969 ha fondato la Famiglia Comasca insieme a Venosto Lucati, Piero Collina, Giordano Azzi, Libero Locatelli, Gisella Azzi, Bernardino Malacrida, Mario Minella, Gianni Levoni, Giuseppe Tocchetti, Giovanni De Simoni, Gian Giuseppe Brenna - ha aggiunto - Ha presieduto l’associazione per ben 27 anni, ed è soprattutto grazie alla sua dedizione, alla sua conoscenza e alla sua visione che la Famiglia Comasca è diventata effettivamente una “famiglia”: la famiglia dei comaschi, nella quale la comunità può ritrovare le proprie radici, riconoscersi e riconoscere ciò che fa parte della propria identità. E proprio come un padre di famiglia, Bordoli ha accompagnato la città in un lungo percorso di riscoperta e valorizzazione di ciò che le è proprio, facendo memoria delle sue radici e attualizzandole, tratteggiandone delicatamente l’identità unica e irripetibile, intervenendo non solo per conservare le tracce del passato, ma per rispondere alle necessità del presente con la consapevolezza del percorso di una comunità antica".

Insignito dell’Abbondino d’Oro nel 1996, ne ha ritirato un secondo assegnato alla Famiglia Comasca nel 2013, l’anno prima della sua morte. Solo per ricordare alcuni dei progetti da lui promossi, insieme e attraverso l’associazione: ha rinnovato e rinsaldato il gemellaggio con la città giapponese di Tokamachi, con cui ha sempre mantenuto un solido rapporto, ha promosso il restauro degli affreschi nell’altare della Madonna della Basilica di San Fedele, il restauro degli affreschi sulla cupola di Sant’Abbondio, il restauro della quadreria del Sant’Anna, il restauro di un affresco della chiesa al San Martino, la ripresa della sezione dialettale con la pubblicazione di una grammatica e poi di un vocabolario di comasco, purtroppo giunto a compimento postumo, e si è impegnato per il recupero del piroscafo Patria.

"Questa piazza è stata scelta proprio perché vicina alla sede dell’associazione con la quale ha operato appassionatamente per la nostra città. La targa a Piercesare Bordoli lo renderà parte di quella memoria che tanto si è impegnato a conservare viva e a tramandare - ha concluso  - Ringrazio tutti coloro che sono intervenuti oggi, a partire dal presidente della Famiglia Comasca Adriano Giudici e dalla vicepresidente Rita De Maria, la prima promotrice di questa intitolazione, il socio fondatore della Famiglia Comasca Alberto Longatti, la famiglia Bordoli, la Banda Baradello che ha accompagnato questo momento particolarmente significativo per la comunità".

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