Crisi "Imprima": sindacati sul piede di guerra
La realtà italiana attiva nella stampa tessile con due unità di conversione a Cantù

Crisi "Imprima", sindacati sul piede di guerra.
La crisi
Da mesi il gruppo, realtà italiana attiva nella stampa tessile con due stabilimenti produttivi a Lonate Pozzolo e a Bulgarograsso, e due unità di conversione a Cantù ("B- Blosson" e "Guarisco") e Fiano Romano ("S.E.T."), sta attraversando una profonda crisi. Un rischio, sottolineano i sindacati per l’occupazione di più di 300 famiglie. Nel mese di ottobre 2024, nonostante l’opposizione delle organizzazioni sindacali, l’azienda ha attivato la cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale, avviando contemporaneamente una procedura di composizione negoziata della crisi d’impresa, come previsto dal Codice della crisi entrato in vigore nel 2022.
I sindacati
«Il vaso è colmo», afferma Antonio Monsurrò, segretario di Femca-Cisl dei Laghi. "Abbiamo sottoscritto l’accordo per la cassa integrazione straordinaria in un’ottica di responsabilità, con l’obiettivo di tutelare l’occupazione e garantire la sostenibilità nel lungo periodo. Riteniamo, però, fondamentale che tale strumento venga utilizzato in modo coerente con le reali esigenze produttive e in maniera equilibrata, per non gravare ulteriormente sui lavoratori, già fortemente provati dalla crisi del settore e dal crescente aumento dei costi", aggiunge Cinzia Francescucci, segretaria generale di Filctem-Cgil di Como. Secondo Carlo Dovico, della segreteria Filctem-Cgil di Varese "l’apertura di un vero tavolo di crisi avrebbe chiarito come il piano industriale presentato per ottenere la cassa Integrazione fosse, nei fatti, privo di credibilità. Una strategia che si è dimostrata più orientata a rinviare i problemi che a risolverli". Monsurrò, Francescucci e Dovico concludono: "La pazienza dei lavoratori è ormai al limite. Da mesi affrontiamo una gestione approssimativa e priva di trasparenza, con problemi che emergono in modo estemporaneo nei diversi siti del gruppo, senza una reale assunzione di responsabilità da parte della dirigenza. I lavoratori non sono disposti a pagare per l’immobilismo di chi dovrebbe guidare l’azienda. Con il mandato ricevuto dalle assemblee, intendiamo avviare una mobilitazione generale a difesa dell’occupazione".