Cervelli in fuga dal Canturino e Marianese

Da Cantù all'Australia per fare il geologo in miniera

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Da Cantù all'Australia per fare il geologo in miniera
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Crescere per rinascere, voltare pagina per ripartire. Nella vita di Giorgiomaria Masocco, trentacinquenne originario di Cantù, il suo «doppio» percorso in Australia segna un punto di svolta. A 20 anni non sempre è già avvenuta la propria definitiva maturazione. Mettersi in viaggio alla ricerca di nuove e stimolanti mete, può portare a scoprire anche nuovi lati di sé stessi.

La scelta di trasferirsi in Australia

«Sono partito dall’Italia dopo il liceo e non ero certo una gran testa, a stento avevo finito le superiori - afferma Giorgiomaria - dopo il primo anno e mezzo in Australia, sono tornato in Italia sempre con una testa che mi limitava, ma poi il desiderio di riabbracciare l’Australia mi ha spinto a finire in 3 anni l’università, così da portare un’altra versione di me, più consapevole e formata, nella mia seconda esperienza australiana».

La scelta di trasferirsi in Australia affonda le radici in un incontro che, forse, inconsapevolmente, gli ha cambiato la vita: «In via Stoppani, a Cantù, da ragazzo giocavo delle partite di basket estive e lì c’era Daniele Della Fiori, figlio del noto ex cestista, che mi aveva raccontato della sua esperienza in Australia. Quella testimonianza, piena di entusiasmo, mi ha lasciato la convinzione di voler provare a mettermi in gioco fuori dal mio Paese, soprattutto per crescere. Così a 20 anni sono partito per l’Australia. Inizialmente ho fatto veramente di tutto, dal lavapiatti al giardiniere, ma anche il manovale. Nel mentre anche mia sorella è venuta in Australia e ha trovato lavoro come babysitter fissa in casa di un geologo, con cui ho costruito un bel dialogo, tanto che lui mi ha proposto di tornare in Italia per laurearmi e poi venire nuovamente in Australia, pronto per essere inserito nel mondo della geologia. Inoltre, nell’ultimo periodo della mia prima esperienza australiana ho conosciuto la mia futura moglie, che è di origini malesiane».

Così, almeno temporaneamente, Giorgiomaria ha vissuto una nuova parentesi in Italia per formarsi e ritornare, una seconda volta, in Australia: «Per 3 anni ho studiato Geologia alla Bicocca di Milano, anche mia moglie mi ha seguito, trasferendosi da Sydney a Cantù. Poi, presa la laurea, nel 2016 siamo ritornati in Australia e la famiglia è anche cresciuta, dato che, negli ultimi 6 anni, abbiamo avuto due bambini. Attualmente viviamo a Perth, mentre nella mia prima esperienza stavo a Sydney».

Geologo in miniera

L’aspetto piuttosto curioso nel percorso di Giorgiomaria riguarda soprattutto il suo sbocco lavorativo da geologo in miniera: «La mia attività riguarda l’estrazione del litio a cielo aperto, per cui, ogni volta, servono circa 8 giorni di lavoro proprio sul sito minerario. Solitamente il mercoledì mattina arrivo lì con circa 2 ore di aereo. In particolare, io mi occupo di supervisionare la produzione. Come gruppo di lavoro raccogliamo i dati e facciamo le analisi, poi i collaboratori, con gli escavatori, vanno a fare l’estrazione».

Per quanto riguarda il futuro, Giorgiomaria, dopo tanti sacrifici, ormai ha le idee piuttosto chiare: «Adesso ho la cittadinanza australiana e i miei figli sono nati qui. Abbiamo anche comprato casa a Perth. Ci sono tutti i presupposti per restare. Ovviamente l’Italia è bella, anche solo quando si va in vacanza fa piacere. Però l’Australia offre veramente numerosi vantaggi, anche a livello di tassazione. Tra l’altro, con il mio attuale lavoro non sarebbe facile spostarsi. Bisognerebbe trovare una posizione lavorativa in Africa o cercare qualcosa in Europa, ma l’Australia a livello economico ha pochi rivali. Qui, nel periodo del Covid, ho avuto una promozione nel mio lavoro e mi hanno aumentato lo stipendio. É veramente un altro mondo. Quando sentivo i miei genitori, in Italia, non potevano crederci. In Australia forse abbiamo fatto giusto un paio di settimane con la mascherina, ma tutte le attività andavano a gonfie vele, mentre il resto del pianeta era in ginocchio. Anche quest’anno per il governo australiano c’è stato un surplus nel budget, ovvero hanno speso meno di quello che pensavano di spendere».
Il legame con l’Italia, però, rimane assolutamente vivo: «Sono legato ai miei genitori, proprio adesso mia mamma è venuta a trovarmi in Australia. Poi ogni anno, se riesco, vengo almeno una volta in Italia. Magari questa condizione, come famiglia, ci preclude la possibilità di girare il mondo, in occasione delle vacanze, perché appena abbiamo momenti liberi torniamo dai miei in Italia o andiamo dai parenti di mia moglie in Malesia. Ma uno dei miei obiettivi è trasferire un po’ della cultura italiana ai miei figli. Ci tengo molto. In Australia c’è anche una grossa comunità di italiani, però tendenzialmente se sono all’estero è per relazionarmi con altre culture. Inoltre, anche mia moglie è straniera e non si avverte la necessità di stare tra italiani».

Italia vs Australia

Quindi, più nello specifico, nel mettere in comparazione l’Italia e l’Australia, Giorgiomaria rileva questi aspetti: «In Australia le strade sono pulite. La burocrazia non ti schiaccia: operazioni che in Italia si fanno in settimane o mesi, qui avvengono in un attimo. Una differenza sottile che noto riguarda la gestione delle emozioni. Gli australiani tendono a tenersi dentro il loro vissuto e penso che non sia casuale l’alto tasso di suicidi. C’è organizzazione in tante cose, ma manca un po’ di comunicazione sincera e trasparente tra le persone. In Italia è più facile aprirsi con gli altri, anche in momenti conviviali, che qui sono più rari. Poi, come differenza, per concludere, non posso non menzionare il cibo. Molte materie prime australiane non hanno il sapore dei nostri eccellenti prodotti italiani. Mi vengono in mente i pomodori, sembra di mangiare due verdure diverse. Prosciutti e salami non risultano di ottima produzione. Il parmigiano arriva d’importazione. Devo dire che, invece, le pizze le trovo migliori in Australia».

"Ragazzi, buttatevi senza paura"

Infine, Giorgiomaria, attraverso l’esperienza accumulata nelle sue diverse avventure, consiglia caldamente l’estero per un giovane italiano: «I ragazzi devono buttarsi, senza paura. Non dico di andare per forza in Australia. Ci sono anche tanti altri stati in cui si può vivere bene. Il suggerimento, come faccio io, è di non frequentare troppi italiani all’estero, altrimenti non si vive un’esperienza «vera». Ho conosciuto italiani che sono venuti in Australia, vivendo costantemente con altri italiani. Il risultato è che sono tornati indietro senza aver acquisito neanche la lingua inglese. Nel cambiare Paese bisogna interagire, in modo concreto, con le altre culture».

Filiberto Caruso

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