Cervelli in fuga dal Canturino e Marianese

Dalla Russia alla Spagna: la vita di Marina tra i due estremi del Vecchio Continente

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Dalla Russia alla Spagna: la vita di Marina tra i due estremi del Vecchio Continente
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Marina Saggio, marianese, ha conosciuto i due estremi del Vecchio Continente. Prima, infatti, ha studiato e lavorato in Russia, poi si è trasferita a Valencia, in Spagna. Ambienti, lingue e culture molto diverse che, come si vedrà nel corso dell’intervista, hanno formato Saggio e la sua predisposizione alla vita fuori dall’Italia.

Gli studi al Monnet di Mariano poi il trasferimento a Mosca

Proprio lei racconta: «Io ho studiato al Monnet poi ho fatto una triennale in lingue, studiando inglese e russo. Le opzioni, una volta finita l’università, erano continuare con la magistrale o perfezionare le lingue che avevo imparato. Così ho deciso di trasferirmi a Mosca».
L’annata a cavallo tra 2017 e 2018 è stata vissuta nella capitale russa: «Ho anche avuto la possibilità di entrare in un’università di medicina come professoressa di italiano. Avendo fatto sempre ripetizioni, per me è stato comodo. Era un corso per studenti che volevano andare in Erasmus in Italia». Mosca ha riservato grandi sorprese: «E’ una città davvero enorme. Ho vissuto Milano come pendolare per 3 anni durante l’università e mi immaginavo una realtà simile ma non è stato così. Ci sono tanti stereotipi sui russi». Qualche problema, tuttavia, c’era: «Ambientarsi a livello di clima è stato complesso. Faceva molto freddo e, per mesi, il sole lo si vede poco o nulla».

Nonostante le condizioni atmosferiche proibitive degli inverni moscoviti, il rapporto con la popolazione è stato ottimo: «I russi sono molto amichevoli e disponibili. Racconto sempre questo aneddoto: uno dei primi giorni ero in mezzo alla città e non sapevo dove andare. Ho chiesto indicazioni e mi portavano direttamente sul luogo. Sono rimasta scioccata. A Milano sono più chiusi». Legami che sono durati nel tempo: «Là ho ancora amici e contatti». A livello d’istruzione, inoltre, il periodo moscovita è stato molto soddisfacente: «L’insegnamento è molto diverso, studiavo in un’università per stranieri dove l’approccio era molto più teorico che pratico. Era incentrato sul parlare, che è molto diverso e mi è servito molto».

"I russi amano la nostra musica e la nostra cultura"

Saggio sottolinea un particolare: «I miei genitori sono originari della Calabria e quindi io mi sono sempre sentita di avere due culture diverse. Mi è parso, tuttavia, che i moscoviti e i russi in generale fossero molto vicini culturalmente al nostro meridione». I russi, inoltre, hanno una tradizionale vicinanza con il mondo culturale italiano: «Hanno una vera e propria passione per la nostra musica e la nostra cultura. Spesso ne sanno più di noi che ci siamo cresciuti dentro. Siamo molto vicini, sono aperti e ospitali».

La scelta della Spagna

Una volta scaduto il visto, tuttavia, Saggio è dovuta ritornare nel Belpaese: «Avevo voglia di ripartire. Ho lavorato per tre mesi a Milano in modo da mettere da parte un po’ di soldi poi, nel novembre 2019, sono partita totalmente all’avventura per la Spagna». Tra le lingue studiate dalla marianese, infatti, non c’era l’idioma di Cervantes: «Avrei potuto scegliere tra Valencia e Malaga e ho optato per la prima senza pensarci troppo. Era proprio una mia sensazione. Sono andata lì, ho cercato lavoro e l’ho trovato due settimane prima del lockdown in un’azienda di italiani».

Il suo ruolo era quello di digital marketing specialist: «Mi sono specializzata su quello ma dopo tre anni mi sono licenziata».
La lingua, come si accennava in precedenza, era sconosciuta ma non è stato un problema: «Ho imparato lo spagnolo sul posto. Adesso lavoro nell’ambito del commercio elettronico in una grande azienda che ha tanti lavoratori stranieri, capaci di parlare tre o quattro lingue».
La scelta di cambiare totalmente scenario, dalla Russia alla Spagna, è presto spiegata: «Uno degli elementi che mi ha convinto a scegliere Valencia è il clima e la lingua. In Spagna, ma soprattutto a Valencia, c’è poca pioggia e pochissimo freddo».

Ma grosse differenze ci sono anche con l’Italia: «La vita, rispetto alla nostra, è completamente diversa. Il clima influisce molto e gli spagnoli sono decisamente aperti e festaioli. Mi sono ambientata subito essendo un popolo amichevole e ospitale». Da subito, Saggio è stata accolta senza grandi problemi: «Ero in un appartamento condiviso e mi hanno subito aiutato. Rispetto all’Italia, i ritmi sono più tranquilli, si corre di meno e si fanno le cose con più calma. Se si è una persona a cui piace la tranquillità, la Spagna è il luogo adatto».

Il lockdown e l'alluvione a Valencia

Saggio ha vissuto due momenti molto particolari a Valencia: il lockdown e la durissima alluvione dello scorso ottobre. La ragazza marianese li ricorda così: «Sono rimasta molto contenta di aver trovato lavoro prima del lockdown, se no sarei dovuta tornare indietro. Non è stato così forte come in Italia anche se mentalmente è stato usurante. Era come se non ci fossero orari di lavoro anche il coprifuoco è stato particolare».
L’alluvione, invece, l’ha solo sfiorata fortunatamente: «Valencia non è stata colpita, sono stati coinvolti i paesi circostanti. Anche la famiglia del mio compagno è stata presa in mezzo dalle alluvioni. Siamo andati personalmente ad aiutare».

La rabbia dei cittadini è stata tanta: «Si è smosso più il popolo dello Stato perché l’avviso di pericolo è arrivato alle 20.10 ma il grosso era già successo dalle 16. L’allerta andava data prima. Ci sono ancora paesi non ricostruiti e ci vorrà tanto tempo». Qualche strascico, inoltre, c’è ancora oggi: «Adesso piove da un paio di settimane e la gente è spaventata. Non ci hanno fatto andare in ufficio per timori. Ma all’epoca aveva piovuto in poche ore l’equivalente di un anno». Lasciandosi alle spalle questi due momenti non facili, Saggio è decisamente convinta della scelta: «In Spagna ho trovato il mio compagno e, anche a livello lavorativo, le soddisfazioni ci sono state. Basti pensare che i primi due lavori che ho avuto sono stati entrambi due contratti a tempo indeterminato». Proprio il lavoro è un fattore fondamentale: «Ci danno tanti benefit. In Italia sono poche le aziende che offrono queste possibilità ed è più difficile trovare lavoro».

"Qui posso crescere ancora"

Saggio conclude: «Gli spagnoli danno possibilità se si dimostra di essere capaci e di meritarle. Qua posso crescere a livello lavorativo e personale. Mi hanno dato la possibilità di crescere, gli stipendi sono come in Italia ma la qualità della vita è più alta. A Valencia c’è il mare, la montagna e si può girare in bicicletta. Non tornerei». Popoli diversi e culture diverse ma spagnoli e russi sono accomunati, nell’esperienza di Saggio, dalla grande ospitalità e dal comportamento amichevole come dimostra chiaramente Valencia, la nuova patria della marianese. Due esperienze distanti ma ugualmente valide.

Tommaso Minotti

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