Don Alfonso compie cinquant'anni di sacerdozio
A settembre il parroco compirà 75 anni e "andrà in pensione"

Mezzo secolo di sacerdozio per don Alfonso Rossi: comunità in festa Nel 2025 ricorre anche il decimo anno del parroco a Lipomo.
Ordinato il 28 giugno 1975
Originario di Lanzada e in particolare della frazione di Vetto, don Alfonso è stato ordinato in Duomo a Como il 28 giugno del 1975 da vescovo Teresio Ferraroni.
Il parroco racconta: «Quando mi chiedono quando ho avuto la vocazione, non posso che rispondere: sempre! - esordisce - Ho sempre sentito la chiamata del Signore e mia mamma ha sempre detto che ho iniziato a fare prediche a tre anni. Ho iniziato subito gli studi teologici e in terza media sono entrato in seminario a Como, poi per la quarta ginnasio a Muggiò. Ho proseguito gli studi di Teologia a Como. Era un’epoca davvero diversa da oggi: anni di grande fermento, di contestazione, anni propositivi, in cui si inventava...».
Di quegli anni don Alfonso ricorda anche di aver maturato la grande passione per la montagna. «Una passione che ho sempre avuto e che ho sempre voluto trasmettere ai ragazzi - sostiene - Insegna a superare la fatica, a dominare se stessi... Lo ritengo educativo anche per imparare a stare in gruppo, a stare insieme e non differenziare ma a camminare insieme».
Il cammino religioso di don Alfonso inizia nel 1975 con l’ordinazione a Como. Poi il primo incarico a Olgiate Comasco fino al 1984. «Lì ho contribuito al rilancio dell’oratorio per i genitori, ho favorito un percorso che permettesse loro di entrare come protagonisti e non solo come ausiliari - spiega - Poi dal 1984 al 2000 sono stato a Grandate: sedici anni, il mio primo incarico da parroco. Anche lì ho collaborato alla costruzione dell’oratorio, del centro parrocchiale, affinché diventasse un punto di riferimento per la comunità. Poi sono stato a Chiesa Valmalenco dal 2000 al 2015: ho vissuto tante esperienze diverse che mi hanno permesso di reinventarmi, mi hanno obbligato a tornare alla mia valle. Sono stati anche anni di ricerca storica, ma anche in cui, con il movimento turistico della valle, cercavo di inserirmi nell’aspetto religioso. Avevo anche spinto con il Comune per la Comunità pastorale: tanti sacrifici... Ma poi nel 2015 sono arrivato a Lipomo». Un nuovo inizio. «Mi hanno sconsigliato, a quel tempo, di ricominciare nuovamente: avevo già 65 anni - continua - Ma volevo portare avanti il percorso di don Mario Mojola, in paese da 43 anni. E’ stato un grande salto, ma come sempre reinventarmi è stato un bello stimolo. Ho portato l’idea di un catechismo che coinvolga le famiglie: i genitori devono riscoprire la fede, portarla in primo piano. E come novità, ho portato i “genitori ragno”: intessono una ragnatela di rapporti, motivati, fanno qualcosa di positivo, dove non arriva il prete arrivano loro».
A settembre il parroco "andrà in pensione"
Il prossimo 27 settembre il parroco compirà 75 anni. «Darò le dimissioni: ci vuole una forza nuova per portare avanti le tante cose che ci sono da fare qua - afferma - Questa esperienza, purtroppo, si sta concludendo. Porto con me tante cose positive: anche i ragazzi che frequentano la zona di San Vito, adolescenti che si ritrovano a chiacchierare: a loro ho anche dedicato uno dei miei scritti che realizzo quando ho ispirazione. Ho ricordi belli di questi anni: dalla mia classe, bella e ricca, in cui c’era anche il cardinale Oscar Cantoni, che si ordinò con me a Como il 28 giugno. Ma anche dei tanti momenti in cui mi sono trovato a reinventarmi. Gli anni migliori? Lo dico sempre: sono quelli che si stanno vivendo adesso, nel presente, purché si vivano bene».