Don Roberto Pandolfi: "In Italia gli stipendi non aumentano. Impossibile arrivare a fine mese senza toccare i risparmi"
"Il problema serio, dunque, non è costituito solo dalle bollette che stanno cominciando ad arrivare. Il problema serio è a monte", ah detto il parroco.
Con l'inizio della nuova legislatura inizia anche una nuova Italia che deve per forza di cose rialzarsi, cambiare passo: le aspettative sono alte dopo l'ultimo Governo Draghi e proprio sulle attuali condizioni in cui versa il nostro Paese si è soffermato don Roberto Pandolfi, parroco di Grandate.
Il messaggio di don Roberto
"Inizia una nuova legislatura, con un nuovo governo e le speranze sono tante, come sempre in questi casi. E’ pur vero che le nubi all’orizzonte sono alquanto dense e non si prospetta un inverno facile sotto molti punti di vista.
Ci sono aziende in forte sofferenza e tantissime famiglie che scenderanno inesorabilmente sotto la soglia di povertà. Ma tutto questo è solo colpa delle congiunture attuali (guerra, povertà, crisi economica)?
C’è un dato incredibile fornito dall’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) che ha monitorato l’aumento del salario medio nei 36 Paesi membri, tra cui l’Italia. Dal 1991 al 2021 il salario medio è aumentato del 50,5% in Inghilterra, del 33,9% in Francia, del 33,65 in Germania, dell’82% in Irlanda, del 22,5% in Grecia, del 52% negli Stati Uniti.
In Italia in trent’anni il salario è aumentato dello 0,3%. Avete letto bene: 0,3%! Siamo il fanalino di coda di un dato statistico che ha una rilevanza notevolissima sul benessere di una Nazione. Significa che gli stipendi non sono per nulla adeguati all’aumento del costo della vita. Significa che alcuni beni di consumo diventano sempre più un lusso. Significa che nemmeno i supermercati sono luoghi per una spesa conveniente. Significa che per tante persone arrivare alla fine del mese senza intaccare i risparmi è impresa impossibile.
Il problema serio, dunque, non è costituito solo dalle bollette che stanno cominciando ad arrivare. Il problema serio è a monte, con una liberalizzazione sfrontata del mercato, senza alcuna possibilità di incidenza da parte dello Stato per tutelare le persone più deboli. Basta vedere che cosa sta succedendo da anni nella sanità: se sei un poveraccio devi aspettare mesi per fare un esame, se hai un po’ di soldi lo puoi fare privatamente dopo tre giorni.
E allora diminuiamo pure la temperatura in casa e negli uffici, teniamo pure aperte le finestre delle aule scolastiche per favorire il ricircolo dell’aria e debellare il covid (come si fa a conciliare questa indicazione con il contemporaneo minor consumo del riscaldamento resta un mistero, ma, si sa, “il freddo tempra”), ma bisognerà seriamente metter mano anche a questo non troppo marginale problema dei soldi che entrano nelle case degli italiani.
Perché se è vero che la Provvidenza non viene mai meno non è, però, sempre necessario che assuma sempre le sembianze della mensa della Caritas".