storie sotto l'albero

Egidio realizza il sogno di una vita: da Caccivio alla Normandia in moto

il Giornale di Olgiate regala ai lettori di primacomo.it le più belle storie raccontate nel corso del 2022 sulle pagine del nostro settimanale

Egidio realizza il sogno di una vita: da Caccivio alla Normandia in moto
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"Ce l’abbiamo fatta". Un sospiro più profondo degli altri, a riempire i polmoni dell’aria salmastra, poi lo sguardo a quel "ferro" del 1956, l’amata Guzzi Superalce, e gli occhi a perdersi nel blu profondo del mare della Normandia.

Egidio realizza il sogno di una vita: da Caccivio alla Normandia in moto

Egidio Rusconi ha realizzato il sogno di ragazzo a 65 anni, percorrendo 3.179 chilometri in moto. Dalla sua casa di Caccivio fino ad Arromanches-les-Bains. Lì, dove è avvenuto lo sbarco in Normandia. Per due settimane, da martedì 5 a lunedì 18 luglio, ha parlato alla sua vecchia motocicletta, con lei ha condiviso scenari mozzafiato e qualche piccolo inconveniente. Due anime. Infine, ad Omaha Beach quella frase sussurrata, liberatoria: "Ce l’abbiamo fatta".

"Questo viaggio lo ho in mente da una vita - racconta Egidio - Sono un grande appassionato di storia, soprattutto della Seconda guerra mondiale. Ancora di più dello sbarco in Normandia: mi ha sempre affascinato la scelta di centinaia di giovani volontari che hanno deciso di arruolarsi per liberare l’Europa dai nazisti. Ho letto tanto, anche dalla parte dei tedeschi, per avere il quadro reale della situazione. Ma lì, in quei luoghi, non c’ero mai stato".

A 65 anni ha percorso 3.179 chilometri con una Guzzi Superalce del 1956

E per il viaggio ha atteso la pensione e scelto una moto speciale. Non la Guzzi GT 850, non il moderno (e comodo) Bmw Gs, ma un pezzo di ferro acquistato usato nel 1991 e regalatogli da sua madre. Ogni colpo di pistone, un battito del cuore. Nella leva del cambio, in ogni ingranaggio, l’anima e la storia.

"Sono partito solamente con le tappe scritte su alcuni fogli che appiccicavo, di volta in volta, sul serbatoio. Le mie cose le ho messe in una valigia di legno autocostruita e fissata sul portapacchi. Mi sono anche portato una ruota di scorta perché non si sa mai. E ho fatto bene: a 30 chilometri da Grenoble, la penultima tappa del viaggio di ritorno, ho spaccato quasi tutti i raggi di quella posteriore e l’ho dovuta sostituire".

Nessun albergo prenotato, solo tanto spirito d’avventura.

"La tappa più difficile è stata quando ho attraversato le Alpi, ma quanta soddisfazione. E poi, con me, c’erano i miei amici e i miei famigliari, in costante contatto tra messaggi e chiamate. Volevo arrivare in Normandia per vedere i luoghi dello sbarco e volevo farlo con il Superalce: era più una sfida con me stesso che altro".

Quattro tappe tra i 200 e i 400 chilometri ciascuna, sei giorni di stop assaporando la storia, spostandosi di spiaggia in spiaggia, e altre quattro tappe al ritorno.

"La moto non mi ha mai tradito, anche se ho dovuto cambiare il filo della frizione, oltre che la ruota. Non è nemmeno stato facile trovare da dormire, ma ne è valsa la pena".

Al suo rientro a casa, un grande striscione e il saluto dei parenti.

"Sono in pensione dal 2019 ma ho dovuto posticipare la partenza a causa della pandemia: ora ho potuto realizzare un sogno". In futuro, chissà. Per ora, sia Egidio sia la Guzzi si godono il meritato riposo.

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