Siccità

Enrico Pezzoli (presidente Como Acqua): "Impariamo a non sprecare l'acqua"

La perdurante siccità sta creando non pochi problemi anche nel nostro territorio.

Enrico Pezzoli (presidente Como Acqua): "Impariamo a non sprecare l'acqua"
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Sorgenti allo stremo a nord del Lago di Como e riduzioni significative che interessano altri punti della falda. Torrenti a portata ridotta, nell'ordine del 70%. Bacini montani e piccoli laghetti spazzati via. La crisi idrica mostra i suoi effetti anche attorno al Lago di Como. A tenere il polso di quanto sta accadendo è Como Acqua, gestore del Servizio Idrico Integrato a favore dei Comuni compresi nell’ambito territoriale della provincia di Como. Il presidente e ad della società, Enrico Pezzoli, analizza gli interventi messi in campo e invoca comportamenti virtuosi a cominciare dal singolo cittadino, per evitare che la preziosa risorsa venga sprecata e che la situazione si aggravi qualora le prossime stagioni siano ancora caratterizzate dall’assenza di precipitazioni.

Enrico Pezzoli (presidente Como Acqua): "Impariamo a non sprecare l'acqua"

«La situazione del territorio è variegata – spiega Pezzoli - A soffrire maggiormente è la parte a Nord del Lago di Como, dove le sorgenti sono in esaurimento. Nella zona centrale stiamo assistendo a una riduzione del 70% della portata di acqua, un'ulteriore 25% dove la riduzione della portata è attorno al 40% e infine il restante 15% è inferiore al 20%».

Oltre alle sorgenti, a giocare un ruolo decisivo per l'approvvigionamento d'acqua sono i pozzi. In questo caso, dichiara Pezzoli, «abbiamo un 10% nel quale si è ridotta la portata del 50%, un 30% dove c'è stata riduzione portate pari al 30% e nel restante 60% è in atto un forte abbassamento del livello di falda». Quanto alle acque di superficie, continua, «ci sono torrenti in cui la portata si è ridotta nell'ordine del 70%. Per quanto riguarda i bacini montani e piccoli laghetti, invece, la riduzione purtroppo è totale». Problematiche che interessano, in modo particolare, le sponde occidentali e orientali bagnate dal Lago di Como, Valle Intelvi, Val Cavargna e Triangolo Lariano. Territori nei quali, osserva sempre Pezzoli, «stiamo assistendo alle maggiori criticità poiché attualmente influenzati da una presenza turistica importante, soprattutto al Nord, che porta a un inevitabile incremento dei consumi».

Diverse, giocoforza, le attività che vedono in cabina di regia proprio Como Acqua, la quale si è mossa in anticipo mettendo in campo tutta l'artiglieria disponibile per far fronte all'emergenza oro blu. «Dopo aver osservato che le precipitazioni da novembre dell'anno scorso ai mesi estivi non sarebbero state sufficienti a garantire le scorte necessarie, a partire già dal mese di marzo Como Acqua ha iniziato a operare seguendo il proprio Piano per la gestione dell’emergenza precedentemente redatto – prosegue il presidente Pezzoli - Abbiamo quindi aumentato le estrazioni d'acqua dai pozzi e lo abbiamo fatto andando a installare sistemi di pompaggio efficienti. Abbiamo valutato, poi, di riattivare pozzi dismessi o declassati e, nel contempo, abbiamo realizzato chilometri e chilometri di interconnessioni tra i serbatoi della provincia andando, grazie a una gestione e una visione d’insieme, a bilanciare i fabbisogni e garantire l’approvvigionamento della risorsa a tutte le utenze. Ciò è stato reso possibile grazie a un modus operandi ormai consolidato che ci vede mettere in atto manovre idrauliche volte a bilanciare le necessità delle varie realtà comunali in base alla disponibilità effettiva della risorsa idrica per una gestione sempre più accurata di un bene tanto prezioso quale è l’acqua».
La società sta operando anche su un altro fronte e sviluppando un importante progetto. Riguarda la nuova captazione del Ceresio per cui è in fase di realizzazione un'infrastruttura in grado di pescare acqua a mille metri di dislivello che verrà portata a Lanzo e da lì distribuita a tutta la Valle Intelvi.

In questo contesto l'Italia continua a guadagnarsi il primato di essere il più grande consumatore d'acqua d'Europa, sebbene il costo al metro cubo sia inferiore rispetto alla media del Vecchio Continente (0,53 euro al metro cubo contro i quasi 4 euro). Prendendo in esame proprio l'area comasca, sottolinea Pezzoli, «registriamo consumi che superano tre volte la media europea. Se la media è di 120 euro litri ad abitante, noi ne consumiamo invece tre volte tanto. E’ evidente perciò che occorre cambiare l’approccio culturale verso la gestione della risorsa».

Allo scopo di essere ancora più tempestivi e vicini alle esigenze dei territori condividendo strategie e obiettivi, infine, Regione Lombardia e Water Alliance Acque di Lombardia – che unisce le 13 aziende Gestori del Servizio Idrico Integrato lombardi di cui è portavoce lo stesso Pezzoli - hanno siglato un protocollo per «istituire un dialogo permanente, finalizzato a dare sempre più importanza al cosiddetto oro blu, attraverso iniziative di divulgazione e pianificazione in termini di investimenti e riuso».

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