Il progetto

Ex maneggio confiscato alla ’ndrangheta, a Oltrona si costruisce un futuro di legalità

Presenti, nel salone dell'oratorio, circa 200 persone.

Ex maneggio confiscato alla ’ndrangheta, a Oltrona  si costruisce un futuro di legalità
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Un futuro di legalità. Costruito adagiando mattone su mattone. Cementando idee, impegno e volontariato. Nella serata di giovedì 27 marzo circa 200 persone erano presenti, nel salone dell’oratorio di Oltrona di San Mamette, non solo per fare il punto circa la riqualificazione dell’ex maneggio confiscato al boss della mafia Bartolomeo Iaconis.

Grande partecipazione

I relatori, hanno instaurato un vero e proprio dialogo col pubblico in cui la legalità e l’impegno quotidiano per essa, ne era perno centrale. Tramite la moderazione della giornalista Martina Toppi, essenziale è stato l’excursus storico sulla storia della mafia in Lombardia curata da Paolo Moretti (giornalista). A fare il punto della situazione burocratica - attualmente l’area dell’ex maneggio è stata affidata in via provvisoria al decanato di Appiano Gentile e alla parrocchia di Rebbio - è stato il sindaco oltronese Antonio Cesare Giussani: "Come Comune siamo diventati proprietari e in questi giorni si è ultimata la redazione del bando per assegnare definitivamente l’immobile. Vedremo come andrà perché, come sapete, la partecipazione è aperta a tutti". Un pubblico attento ha così ascoltato i successivi interventi dell’amministratore giudiziario Luca Corvi, di Davide Pati, dell’associazione "Libera", e di Elena Daddi, sindaco di Bregnano e presidente del "Comitato 5 dicembre - Insieme per la legalità". Come si diceva, durante l’incontro si è parlato anche di quanto ogni singola persona può fare per contrastare le mafie e il loro permeare la società. Moniti sono stati lanciati da monsignor Erminio Villa, prevosto di Appiano Gentile, don Nazario Costante, della Pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Milano, e da don Giusto Della Valle, parroco di Rebbio.

La testimonianza

La serata è poi entrata nel vivo quando Angelo Rusconi, uno dei volontari che si si sta occupando della riqualificazione del bene, ha preso la parola scattando una fotografia chiara di quanto fatto e quanto ancora c’è da fare. "Fa piacere vedere tanta gente - ha esordito - Noi abbiamo iniziato nel 2022, quando si sentiva ancora l’onda lunga del Covid. E ritrovarsi insieme è stata una scoperta". Quell’anno la firma del protocollo d’intesa per l’assegnazione provvisoria dell’abitazione (100 mq) e del terreno (12.000 mq). "Rimettere a posto la cascina è stato come rimettere a posto una società in parte sfibrata. Pian piano, il passaparola ha portato sempre più persone a frequentarla. All’inizio ci hanno dato una mano gli scout ed è stato emozionante vederli al lavoro senza attrezzi. Poi, qualcuno ha iniziato a portare da casa una scopa o una pala per pulire il bene. Siamo cresciuti insieme, aggiungendo testimonianze e incontri. Pranzi condivisi". Sessantasette le giornate di lavoro organizzate, 71 i volontari coinvolti e 2.500 persone che hanno partecipato alle iniziative. "La bella gente", come l’ha definita Rusconi.

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