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Fondi Pnrr, i sindacati chiedono un confronto: "Le Amministrazioni vogliono fede assoluta dai cittadini?"

Nell'arco dello scorso anno Cgil, Cisl e Uil avrebbero chiesto per due volte un incontro a Comune e Provincia di Como senza avere riscontro

Fondi Pnrr, i sindacati chiedono un confronto: "Le Amministrazioni vogliono fede assoluta dai cittadini?"
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Cgil Como, Cisl dei Laghi e Coordinamento Uil Lario hanno inviato una richiesta urgente a Provincia e Comune di Como per la convocazione di un tavolo volto al monitoraggio paritetico sui fondi del Pnrr nella città di Como e nelle cittadine maggiori della provincia.

Fondi Pnrr, i sindacati chiedono un confronto

La lettera aperta di questi ultimi giorni di gennaio fa seguito a due richieste inviate in tal senso dalle sigle sindacali, nel corso del 2023, al presidente della Provincia Fiorenzo Bongiasca e al sindaco di Como Alessandro Rapinese, che non avrebbero dato alcun riscontro.

“Oggi è in gioco il vivere quotidiano della cittadinanza, l’effettiva fruibilità di posti e luoghi resi via via più inaccessibili per problemi viari o di infrastrutture, servizi essenziali che vengono progressivamente meno come asili nido e sanità - hanno spiegato le sigle sindacali - I cittadini di Como, i pensionati, i lavoratori, le aziende del territorio possono quindi accettare di vivere questa occasione unica senza confronto?”.

Le voci di spesa per l'utilizzo dei fondi europei del Next Generation Eu sono la salute, le infrastrutture per una mobilità sostenibile, la digitalizzazione e innovazione di cultura e turismo, la rivoluzione verde e transizione ecologica, l’istruzione e la ricerca, l’inclusione e la coesione. A questo scopo le organizzazioni sindacali rinnovano la disponibilità ad un incontro con le Amministrazioni comunali e provinciali già da questi ultimi giorni di gennaio.

La lettera inviata alle Amministrazioni

"Il Protocollo per la Partecipazione ed il Confronto nell’ambito del Piano Nazionale Ripresa datato dicembre 2021 e sottoscritto dalle tre Sigle Sindacali Rappresentative con l’allora Presidente del Consiglio prevede la partecipazione e il confronto preventivo con i sindacati sugli investimenti e le riforme, sia a livello nazionale che a livello territoriale. Il succitato Protocollo assicura alle parti sociali un ruolo attivo e propositivo nella complessa fase dell’attuazione dei progetti, delle riforme e degli investimenti del PNRR, non soltanto a livello centrale tramite i tavoli nazionali con le Amministrazioni titolari degli interventi, ma anche tramite i tavoli territoriali mediante una governance del Piano il più possibile partecipata e capillarmente articolata.

Le scriventi Organizzazioni Sindacali hanno inviato due richieste nel corso del 2023 al Presidente della Provincia di Como ed al Sindaco di Como senza alcun riscontro. Ci preme far notare come lo stesso tavolo di monitoraggio sia già attivo in molte altre province anche contigue al nostro territorio.

Abbiamo sentito la necessità di inviare questa lettera aperta perché è giusto ricordare che le sei missioni, o per dirla in altro modo, le voci di spesa dei fondi del Pnrr sono la Salute, le Infrastrutture per una mobilità sostenibile, la digitalizzazione/innovazione cultura e turismo, la rivoluzione verde e transizione ecologica, l’istruzione e la ricerca, l’inclusione e la coesione. Oggi è in gioco il vivere quotidiano della cittadinanza, l’effettiva fruibilità dei posti e luoghi resi via via più inaccessibili per problemi viari o di infrastrutture, servizi essenziali che vengono progressivamente meno (asili nido e sanità).

I cittadini di Como, i pensionati, i lavoratori, le aziende del territorio possono quindi consentirsi una gestione di questa occasione unica senza confronto? Con una fede assoluta verso le scelte indiscusse di quelle Amministrazioni Comunali che non ritengono utile un metodo del confronto siglato dalla stessa Associazione Nazionale dei Comuni Italiani a gennaio di quest’anno?

La gestione del presente, la programmazione del futuro, due parole chiave per evitare che la crisi energetica, il peso dell’inflazione, la transizione green e tecnologica siano pesi sulle spalle di aziende e lavoratori della provincia di Como; due parole chiave che devono essere declinate in un clima dialettico di confronto, discussione, partecipazione.

Questo è quanto necessario per evitare che Como e la sua Provincia perdano delle occasioni che, se mancate, in un mercato globalizzato come quello attuale verranno colte da altri territori a discapito del nostro tessuto sociale: lavoratori, pensionati, cittadini, hanno diritto ai servizi sanitari, scolastici, della viabilità, e così via.

Le tante criticità che la cittadinanza vive, senza interruzione di sosta nel calendario, da un turismo che deve diventare risorsa effettiva e non causa di disagio e per farlo deve essere meglio e più gestito, da problemi di accesso ai servizi sanitari essenziali, dal venir meno di servizi, non merita forse un tavolo di confronto in cui – oltre che l’amministrazione comunale - ci siano anche le sigle sindacali e le associazioni rappresentative dei datori di lavoro?

Richiediamo con forza il diritto dovere di coinvolgere le Parti Sociali nella gestione dei problemi del territorio per offrire dei servizi ad una cittadinanza che merita di essere inclusa socialmente dalle mura della città.

Cgil Como, Cisl dei Laghi, Uil Lario rivendicano il diritto alla trasparenza, il diritto dei cittadini ad essere rappresentati e coinvolti, il diritto a poter avere cittadine per tutti e non per pochi. Quello attuale è un tempo in cui si discute di nuove relazioni industriali, in cui coinvolgimento, partecipazione, non vengono più viste come parole da evitare e da confinare in utopie estremiste ma come direzioni da seguire per gestire (e non subire) il cambiamento.

Il rilievo sociale di un confronto fra soggetti diversi, portatori di interessi differenti, che però condividono il comune auspicio del rilancio dell’economia è importantissimo. I patti territoriali, che coinvolgono Amministrazioni Locali, Sigle Sindacali, Associazioni Datoriali, Istituti di Formazione e Ricerca, sono un chiaro esempio di quel che richiedono le sfide del presente: rinunciare ad un lavoro d’insieme, ad un confronto dialettico rispettoso delle reciproche posizioni, ad una prospettiva di crescita costruita con un lavoro comune, vuol dire agevolare il persistere di fenomeni distorsivi e dannosi tanto per le aziende quanto per i lavoratori come il cronico mismatch fra domanda ed offerta di lavoro, gap che vede da una parte le aziende non poter raggiungere la piena produttività desiderata dall’altra i lavoratori essere costretti a compiere scelte di migrazione, o di ripiego a seconda dei casi".

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