Fridays For Future, Como Pride, Uds Como uniti: "In campagna elettorale non ci è stato chiesto nulla, ecco le nostre rivendicazioni"
A una settimana dalle elezioni parlano i più giovani.
A una settimana dal voto per l'elezione del nuovo sindaco di Como, i più giovani hanno preso la parola, dopo un mese di campagna elettorale serrata per gli otto candidati alla poltrona di primo cittadino.
Fridays For Future, Como Pride, Uds Como uniti: "In campagna elettorale non ci è stato chiesto nulla, ecco le nostre rivendicazioni"
"A lungo abbiamo sentito parlare in questa campagna per le elezioni amministrative di giovani - afferma Lucas Radice di Uds Como - ma a noi organizzazioni studentesche non è stato chiesto nulla: da anni lottiamo per costruire una realtà cittadina diversa, che parta davvero dalle persone e dalle loro esigenze. Rendiamo oggi pubbliche le nostre rivendicazioni, costruite all'interno delle nostre assemblee attraverso mesi di dialogo e confronto collettivo. Sono le idee e le richieste per rendere Como 'la città di tutt*', che possa includere ogni soggettività al suo interno senza lasciare indietro nessun*."
Un lungo e articolato documento quello presentato dai giovani comaschi, ai quali gli attivisti hanno lavorato in mesi di assemblee e incontri. "Siamo organizzazioni fatte di ragazz* che da anni lottano all'interno della città di Como, portando avanti rivendicazioni locali e globali legate ai temi della sostenibilità ambientale e sociale, della salute mentale, della mobilità, dell’accessibilità, dell’inclusività - spiegano - Siamo persone ecologiste, antifasciste, antiabiliste, antirazziste, anticapitaliste, transfemministe e queer. E siamo anche persone giovani, che ogni giorno vivono le problematiche della città e cercano di capire come cambiare e come costruire una città diversa".
LE RIVENDICAZIONI
"La nostra è una città vetrina, perfetta per i turisti e per il consumo, una città costosa; una città morta, che non include * giovani ma l* fa partire all’estero, priva di qualsiasi elemento che possa essere pensato per loro. Una città che proprio come una vetrina vuota, ti intrappola e ti soffoca Una città ancora molto poco sicura, dove le molestie e le aggressioni per strada, sui mezzi e nelle istituzioni sono frequenti. Una città priva di una mobilità sostenibile efficiente ed economica. Una città con numerose barriere architettoniche, che non rendono trasporti ed edifici pubblici accessibili alle persone disabili, alle persone anziane o con passeggino. Una città che nasconde, ignora e punisce le persone senza fissa dimora. Una città priva di arte e che considera la cultura solo in un sistema capitalistico e privato. Una città priva di una rete di mutualismo, molto chiusa e poco visibilizzante verso le minoranze - spiegano nella nota gli attivisti - Invece, noi vogliamo che sia la città di tutt*, in particolare di tutte le soggettività che ancora non trovano posto tra le sue vie: persone non caucasiche, donne, persone queer e trans, disabili, neurodivergenti, non benestanti. Vogliamo riprenderci i nostri spazi, vogliamo gridare che noi esistiamo e che abbiamo il diritto di vivere in una città che non ci discrimini ma che ci consideri, che ci dia la possibilità di creare luoghi di confronto, cultura, studio, dibattito".
"Con questo documento iniziamo ora a riprenderci lo spazio mentale nelle idee delle persone che non ci hanno mai considerat* nella progettazione cittadina - concludono - Ci riprendiamo oggi la nostra voce, e comunichiamo le nostre idee affinché possano essere davvero ascoltate e non, come sempre, strumentalizzate al fine di avere qualche voto in più".
-->IL DOCUMENTO INTEGRALE DEGLI ATTIVISTI
Foto: Beatriz Travieso Pérez - ecoinformazioni