Giorno del Ricordo. Galbiati: "Le loro sofferenze non potranno più essere sottovalutate o accantonate"
"Non dobbiamo avere paura della verità. La verità rende liberi. Le dittature - tutte le dittature – devono essere riconosciute come tali e condannate"
Si è tenuta oggi la commemorazione del Giorno del Ricordo a Cantù. Questa mattina sabato 10 febbraio 2024, al parco Martiri delle Foibe l'Amministrazione comunale ha organizzato un momento di incontro e di ricordo dedicato a tutti gli oppositori politici, militari e cittadini di lingua italiana che vennero gettati nelle cavità carsiche dai partigiani di Tito.
La commemorazione, alla quale hanno partecipato anche il sottosegretario all'Interno Nicola Molteni, l'Amministrazione comunale, diversi sindaci del territorio, Forze dell'ordine e associazioni, si è aperta con il discorso del sindaco di Cantù, Alice Galbiati.
Il discorso
"Sono passati vent’anni da quando il Parlamento ha istituito il Giorno del Ricordo, dedicato al dolore inflitto agli italiani di Istria, Dalmazia, Venezia Giulia sotto l’occupazione dei comunisti jugoslavi nella fase storica drammatica legata alla Seconda Guerra Mondiale e agli avvenimenti ad essa successivi.
La legge sul “Giorno del Ricordo” - del 2004 appunto - ha avuto il merito di rimuovere definitivamente quella cortina di indifferenza, e talvolta di ostilità, che per troppi anni ha avvolto le vicende legate alle violenze contro le popolazioni italiane vittime della repressione comunista.
La ricerca storica di questi ultimi anni ha prodotto risultati notevoli, scandagliando a fondo gli avvenimenti e riportando alla luce una mole impressionante di fatti, documenti e testimonianze. Via via sono emersi i nomi e le vicende delle vittime. Vessazioni e violenze dure, ostinate, sfociate in eccidi e stragi, fino all’epurazione attraverso l’esodo di massa. Un carico di sofferenza e di dolore per molti anni rimosso dalla memoria collettiva e, in certi casi, persino negato.
Come se le vicende che hanno interessato il confine orientale italiano e le popolazioni che vi risiedevano da secoli rappresentassero un’appendice minore e trascurabile della nostra storia o addirittura non ne facessero parte. Evidentemente non è e può essere così.
Non dobbiamo avere paura della verità. La verità rende liberi.
Le dittature - tutte le dittature – devono essere riconosciute come tali e condannate. Oggi siamo dunque qui riuniti per ricordare e commemorare – come dice la legge del 2004 – la tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, l'esodo dalle loro terre di istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra.
E’ un dovere per le Istituzioni farlo. Un impegno di civiltà, come l’ha definito il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Quindi ringrazio tutti Voi che siete intervenuti oggi per condividere questo impegno: alla memoria, alla commemorazione.
Ringrazio in particolar modo l’ing. Perini, presidente dell’Associazione Nazionale Venezia, Giulia e Dalmazia – Comitato di Como, per l’impegno instancabile nell’aiutare tutti noi a conoscere e ricordare quanto avvenuto al confine orientale. Alle vittime di quelle sopraffazioni, ai profughi, ai loro familiari, rivolgiamo oggi un ricordo commosso e partecipe. Le loro sofferenze non potranno più essere sottovalutate o accantonate".