Giulia in Paris: "Qui una città ricca di opportunità e cultura"
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Parigi è una delle città più affascinanti del mondo, con i suoi viali eleganti e i suoi palazzi ottocenteschi. Vederla da turista è, quasi sempre, magico ma viverla è tutta un’altra cosa. Lo sa bene Giulia Giorgetti, marianese classe 1996 trasferitasi nella capitale francese qualche anno fa. Proprio lei racconta: «Io sono arrivata a Parigi a inizio gennaio 2023, era la mia prima esperienza all’estero da solo».
Giulia in Paris: "Questa città mi è sempre piaciuta"
Il rapporto con la città era già nato: «Io ho sempre ammirato Parigi, una città che, da turista, mi è sempre piaciuta. Poi, quando ci si vive, la prospettiva cambia».
L’impatto non è stato semplice: «L’inizio è stato un po’ uno choc anche se già sapevo il francese e questo era un punto a mio vantaggio. La prima difficoltà vera è stata cercare un appartamento. Sono entrata a contatto con la burocrazia francese e non è stato semplice. Ho imparato che non sei tu a scegliere l’appartamento ma sono i proprietari di casa a sceglierti. C’è tantissima richiesta. A me la casa è stata confermata solo tre giorni prima della partenza».
Superate le lungaggini burocratiche e il primo impatto, la città è piaciuta: «Il primo anno a Parigi è stato fantastico. Sono venuta in città per lavoro. A 26 anni mi sono sentita di farlo per cogliere un’occasione che non so se sarebbe ricapitata». Subito si è costruita una rete di rapporti: «Ho avuto la fortuna, grazie a un gruppo Facebook di italiani, di trovare due ragazze con cui ho stretto amicizia e mi sono goduta la città. Parigi offre tanto a tutti i livelli, ci sono molto possibilità di socializzare: musei, mostre, eventi e perfino parchi». Lati negativi, tuttavia, non mancano: «Ci sono stati anche momenti più difficili, mi riferisco a episodi poco piacevoli. Ad esempio, mi hanno rubato il portafoglio».
"Il costo della vita è alto, c'è un contrasto tra ultra ricchi e poveri"
Un altro elemento meno positivo è legato alle spese della capitale francese: «Il costo della vita è alto. Per tante persone è difficile arrivare a fine mese e una cosa brutta della città è proprio vedere il contrasto tra gli ultra ricchi e chi deve elemosinare per guadagnare qualcosa». Il problema è ben percepito: «Tutto ciò si vede in ogni quartiere. Non si può non notare ed è più accentuato d’inverno. Ci sono tende da campeggio in cui ci sono più persone. Spesso ci sono anche scene poco piacevoli in metro. Quindi, soprattutto di sera, prediligo taxi e Uber». Giorgetti prosegue: «Io abito in centro. Prima ero nel XIV arrondisement, al limite con la periferia. Un anno fa, invece, ho trovato un appartamento nel settimo. È una zona molto vivace, bella». La marianese spiega il perché questa zona sia così bella: «Ritrovo un minimo di anima della piccola città. Dove abito ci sono il panettiere, il fiorista e altri negozianti con cui hai un rapporto personale».
Il buon approccio con Parigi è dovuto anche al fatto che Giorgetti sapesse il francese: «Loro conoscono poco l’inglese e lo parlano con un accento fortissimo. Sono consapevoli di tutto ciò e, quindi, spesso, rispondono in francese perché non sono a proprio agio. Questo me l’ha spiegato una ragazza parigina». La marianese spiega: «Ho studiato allo Jean Monnet dove ho fatto il linguistico aziendale. Avevo un livello di francese scolastico e lavorativo. A Parigi ho imparato a parlare il linguaggio comune e ora ho anche una pronuncia migliore». In una città così grande i rapporti umani spesso mutano: «Mi ha aiutato molto avere un gruppo di persone su cui contare dal momento che ero lontano da casa in una città che conoscevo poco. Ci si scambia consigli e ci si aiuta. Il gruppo, poi, si è un po’ sciolto e tanti sono partiti. Quindi mi faceva strano fare cose da sola ma è tutto un fattore mentale, anche così si conoscono persone nuove. Questa è stata una cosa che mi ha aperto gli occhi». La città, d’altronde, ha infinite possibilità: «Parigi offre talmente tanto che sarebbe un peccato non sfruttarla. A me piace molto camminare e, di solito, lo faccio sul lungo Senna. A volte, mi ci perdo anche». Giorgetti ha anche altre attività preferite: «Mi piace moltissimo andare nei musei. I francesi valorizzano molto il loto territorio. A volte vado anche nei parchi a leggere e a vedere il movimento delle persone poi ci sono tantissimi bar e locali. Attrazioni ci sono anche fuori Parigi, è molto ben collegata con il circondario. Ci sono paesi molto carini in cui si possono fare gite fuori porta piacevoli».
La cultura
Tra i musei, la marianese consiglia: «Il mio preferito è quello dell’Orangerie perché sono un’appassionata di Monet. Poi l’Orsay e il Louvre sono delle perle».
Un interessante aspetto della vita parigina è il rapporto che si crea con i milioni di turisti che la visitano ogni anno: «Faccio fatica. Dove abito io, posso andare a piedi dal lavoro o vado su un bus che fa fermate importanti. A volte, se straripa di turisti, penso un po’ male. In parte è giusto, Parigi vive anche di turismo, ma altre volte è difficile. Si distinguono subito i turisti dai parigini». Le proteste sono un altro tema tipico di Parigi: «Si sente che i francesi manifestano, è una cosa che apprezzo. Condanno un po’ il fatto che, quando hanno approvato la riforma delle pensioni, si sia sfociato nel vandalismo».
Tutto ciò ha un impatto molto concreto nella vita quotidiana: «Le proteste hanno risvolti importanti. I netturbini non passavano a ritirare la pattumiera e c’erano cataste di spazzatura nelle vie della città. Si sentiva un odore pungente e c’erano anche i mezzi bloccati». Le problematiche sono diverse: «Lo sciopero dei netturbini ha avuto conseguenze importanti. Un po’ era snervante. Però li appoggio, la politica è seguita assiduamente». Giorgetti ha anche vissuto l’Olimpiade del 2024 in prima persona: «C’erano tanti turisti ma non mi è sembrato invivibile. Ho visto qualche gara e mi sono divertita. Vivendo la città durante l’Olimpiade c’erano non pochi disagi ma, da spettatrice e da atleti, sono state una cosa stupenda. I siti dove si tenevano le competizioni erano impressionanti e bellissimi». In ogni caso, qualche problema c’è stato anche durante questa grande manifestazione sportiva: «Si sono preparati in anticipo ma sono arrivati molto impreparati. Varie stazioni della metro erano chiuse perché non c’erano abbastanza treni. Avrebbero potuto fare meglio».
"L'Italia mi manca"
Giorgetti conclude: «Non so ancora se tornerò o meno in Italia. Parigi mi piace molto e se riuscissi a crearmi un mio giro, mi piacerebbe ancora di più. L’Italia, in ogni caso, manca sempre. È sempre casa, come modo di vivere e qualità di vita. Mi rendo conto che non si vive male». Giorgetti a Parigi ha trovato una città tutta da scoprire e da vivere, anche in ambito lavorativo. La capitale francese è una miniera di possibilità da approfondire.
Tommaso Minotti